martedì 12 marzo 2013
Emergenza giudiziaria o emergenza democratica?
La statua della Giustizia al Tribunale di Milano
Non era mai accaduto, nella pur travagliata storia della nostra Repubblica, il verificarsi di una "occupazione" in un Tribunale di Giutizia, da parte di un intero gruppo parlamentare con a capo il suo Segretario.
Un attacco senza precedenti alla indipendenza e autonomia della Magistratura, nella separazione di quei poteri istituzionali che formano il cardine della demozrazia moderna.
Confesso di aver provato lungo la schiena brividi di inquietudine, durante la giornata di ieri, inquietudine aggravata dallo strano e sconcertante silenzio delle Istituzioni.
Certo, si è trattato di un "assalto" pacifico senza violenza fisica, ma l'ingresso in masa, fin davanti all'aula dove si vive un processo in corso, avrebbee potuo permettere l'entrata, senza incontrare gli ostacoli previsti, anche di qualche maleintenzionato e fanatico armato. E comunque, la violenza non è solo quella delle armi e della intimidazione fisica; altrettanto pericolosa ed eversiva è la violenza verbale.
Alla gravità dell'azione politica si è aggiunto il paradosso di una confusione linguistica di chi ha evocato l'emergenza democratica con la strumentale ipotetica emergenza giudiziaria. (a.m.)
Post scriptum: Domanda ingenua di un cittadino qualsiasi: se invece di una massa di onorevoli appena rieletti e quindi "garantiti" e "protetti" ci fosse stata un corteo di anarchici o di una associazione, o la massa dei parenti dei processati, tanto per fare qualche esempio, l'invasione dentro un Tribunale di Giustiza non sarebbe statoo subito impedio dalle forze dell'ordine, prima di avere la doverosa condanna pubblica delle Istituzioni e delle sue mille voci?
La facciata del Palazzo di Giustiza di Milano, con la gigantografia delle foto di Falcone e Borsellino, due giudici-simbolo del sacrificio di sangue versato dalla Giustizia a difesa della legalità e della democrazia.
Come i giornali nazionali hanno commentato "l'occupazione" dentro il Tribunale di Milano
dell'11 marzo 2012, sulle loro prime pagine:
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