Caravaggio, Maddalena Penitente
IL SOGNO DI CARAVAGGIO NEL SUO TEMPO
di Antonio Miredi
Dopo Lorenzo Lotto,
la figura di San Sebastiano, ci voleva Caravaggio per creare un altro evento
artistico-culturalòe al castello di Mirandolo in Piemonte, luogo di per sé già
suggestivo.
La mostra che si chiuderà il 10 aprile 2016, è intitolata “Caravggio e il suo tempo", curata
da Vittorio Sgarbi con la collaborazione
di Antonio D’Amici, perché le sale espositive ci raccontano la forza della
“febbre” rivoluzionaria che toccò la pittura nella stessi anni della presenza a
Roma, verso la fine del 1500, del grande artista lombardo, fino a quasi tutta
la prima metà del ‘600, quando il Barocco spalanca la porta a un ritorno all’idealismo tradizionale e
classico in pittura, facendo scivolare Caravaggio
e tutti i pittori ammiratori “caravaggeschi” nell’oblio più assoluto.
Occorrerà che si arrivi al Novecento per una riscoperta
sorprendente iniziata nella Calabria di Preti e
con la mostra di Milano, e che determina la consacrazione internazionale di Caravaggio.
Oggi “il più famoso pittore dell’antichità,
persino rispetto a Michelangelo” come ha ricordato Sgarbi intendendo con questa
iperbole di giudizio storico-artistico alludere alle novità rivoluzionarie di
un realismo sociale in grado di anticipare la fotografia.
E la stessa drammaticità cinematografica, bisognerebbe aggiungere,
capace di spiegare quell’enorme richiamo
internazionale, tutt’ora presente, nei
confronti non solo dell’opera ma anche della vita “maledetta” di Caravaggio.
Perno su cui ruota
tutta la mostra, e che fa da bellissimo Manifesto, non è un quadro
tuttavia ”drammatico”, almeno nella sua prima apparente e statica visione.
Si tratta della “Maddalena
penitente” arrivata per la prima volta in Piemonte dalla Galleria Dora Panphili
di Roma.
Una giovane
modella “addormentata”, in abiti di scena, con gli unguenti e i monili
preziosi abbandonati a terra e con le bellissime mani intrecciate nella contemplazione quasi
di un “sogno”
In questa apparente
staticità vi è giù tuttavia annunciata la scelta rivoluzionaria e incendiaria
dell’artista nel “catturare” la realtà
nel suo essere verità di un accadimento, anche imprevisto.
Un assoluto capolavoro già agli inizi della carriera di Caravaggio, in grado di
suscitare meraviglia e nello stesso
tempo turbamento.
Il turbamento di trovarsi non davanti a una figura di rassicurante
devozione ma di fronte al “mistero” della realtà che non si può del tutto
catturare se non arrendendosi al suo stesso accadere.
La lacrima che
suggella il pentimento ecco perché ci appare quasi posticcia, se non addirittura
impercettibile, al punto da sfuggire anche allo sguardo dello spettatore,
concentrato invece nella posa delle mani e al volto della fanciulla smarrito in
chissà quale mondo interiore.
Dorme? Sta sognando?
E perché dorme? E cosa sta sognando?
Caravaggio di certo è stato “il sogno della pittura ” di
tanti artisti, diversi per area geografica o per temperamento, i quali ispirandosi e partendo da questo paradigma pittorico hanno lasciato nel tempo
un loro inconfondibile segno.
Antonio Miredi
Antonio Miredi
dal 21 novembre 2015
al 10 aprile 2016
Per info e prenotazioni 0121/502761
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