martedì 27 maggio 2025
Generazioni sospese: il Festival dell’Economia indaga il presente che cambia volto
Torino accoglie il Festival dell’Economia: non solo numeri, ma corpi e menti del nostro tempo.
Dal 30 maggio al 2 giugno, Torino torna ad essere crocevia di sguardi sul mondo. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- PENSARE IL FUTURO A PARTIRE DA CHI LO ABITETERA'---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non si parlerà solo di PIL o mercati finanziari, ma di ciò che l’economia spesso trascura: le persone, le relazioni, i desideri delle nuove generazioni.
È questa la direzione scelta dal Festival Internazionale dell’Economia, giunto alla sua quarta edizione sotto la curatela di Editori Laterza. Diretto scientificamente da Tito Boeri e ospitato negli spazi più vitali della città – dal Collegio Carlo Alberto ad altri luoghi sparsi per la città, – il festival si distingue per un’impostazione ampia, multidisciplinare, in dialogo aperto con la sociologia, la psicologia, la demografia e la cultura.
Il tema del 2025, “Le nuove generazioni del mondo”, non è uno slogan: è una chiamata a pensare il presente come tempo di passaggio, fragile e fertile insieme. Si parlerà di giovani che non studiano né lavorano (i NEET), di denatalità e invecchiamento, di identità fluide, salute mentale e futuro del lavoro. Non un’analisi dall’alto, ma uno scavo nella complessità, per capire dove stiamo andando – e con chi.
Fra i relatori, premi Nobel come Paul Krugman e Michael Spence, ma anche figure che riflettono sulla soggettività e l’immaginario: Massimo Recalcati, Chiara Saraceno, Matteo Lancini. La sfida è quella di unire rigore e divulgazione, numeri e storie, teoria e vissuto.
La differenza rispetto al più longevo Festival dell’Economia di Trento – con cui, fino al 2021, Torino condivideva l’organizzazione – è evidente: se Trento conserva un’impronta più economico-finanziaria, Torino punta sull’intreccio tra saperi, con l’intento di rimettere la società al centro del dibattito.
Non è solo una questione di format, ma di visione. Mentre le trasformazioni globali accelerano, il Festival torinese sembra voler rallentare il pensiero, riflettere con calma e profondità su cosa significhi oggi crescere, scegliere, abitare un mondo che cambia. Perché senza ascoltare chi erediterà il futuro, ogni discorso sull’economia rischia di restare senza voce. (Antonio Miredi)