domenica 27 novembre 2011

Semplice come un segreto: esce il nuovo "Album" di Tiziano Ferro


A tre anni di distanza e dopo la sua autobiografia scritta come una liberatoria autoconfessione, esce il quinto Album di un cantante amato e conosciuto anche oltre i confini nazionali, "L'amore è una cosa semplice" di Tiziano Ferro. Un Album molto atteso anche perchè fatto solo di canzoni inedite e con testi pronti a segnare una nuova tappa musicale e una nuova fase esistenziale per il giovane cantautore che ha  aperto l'album ad altri autori interpreti, come Irene Grandi, Nesli e John Legend.
A preparare l'uscita dell'Album, è stato il singolo "La differenza tra me e te", trasnesso solo  per radio e via internet e già in vetta alla classifica dei singoli in Italia.
Tiziano Ferro ha scelto la trasmissione di RAI TRE, "Che tempo che fa" condotta da Fazio, come unica prima uscita pubblica per presentare anche la canzone che dà il titolo all'Album. Un canto-messaggio gridato con ottimismo del  sentimento dell'amore: semplice come un fiore spuntato a sorpresa e tuttavia complesso come un "segreto" che se fosse appunto "semplice" non sarebbe allora più un "segreto". La canzone è notevole per impatto musicale e bellezza sincera del testo. E chissà che non possa aiutare chi l'ascolta a rovesciare amore e segreto nella semplicità di un vivere sempre credendo alla ragione del  proprio cuore.
(antonio miredi)


                                               
 
"Ho un segreto

ognuno ne ha sempre uno dentro
ognuno lo ha scelto e lo ha spento

ognuno... volendo e soffrendo
e nutro un dubbio
e non sarà mai, mai, mai inutile
ascoltando l'eco
consultandolo in segreto ed è
l'estate che torna e sembrava lontana
o tutto è più triste oppure resiste
quello sguardo da oltraggio che insinua...

Ti verrò a prendere con le mie mani
e sarò quello che non ti aspettavi
sarò quel vento che ti porti dentro
e quel destino che nessuno ha mai scelto e poi...

L'amore è una cosa semplice
e io adesso, adesso, adesso... te lo dimostrerò

Questo sono io
e solo io nell'attimo in cui ho deciso che so farti ridere ma mai per caso
sono io se ritorno e se poi vado

Questa è la mia gente
sono le mie strade le mie facce
i ponti che portano a quand'ero bambino
bruciando ricordi ed essendo sincero
rimango presente ma non sono com'ero
e quella voglia di dirti ridendo
ti verrò a prendere...

Amore mio prendi le mie mani ancora e ancora
come chi parte e non saprà mai se ritorna

Ricorda: sei meglio di ogni giorno triste
dell'amarezza, di ogni lacrima della guerra con la tristezza

Tu sei il mio cielo...
ti verrò a prendere...
adesso, adesso, adesso... te lo dimostrerò... io, te lo dimostrerò"
( testo della canzone)

      " Questo sono io" 




  " i ponti che portano a quand'ero bambino"













martedì 22 novembre 2011

MINA: così aliena così vicina

                                               La copertina di Mina di Gianni Ronco e Mauro Balletti


  La Grande Voce della Canzone  italiana, Mina, ma questi confini sono troppo ristretti per una cantante del suo calibro, puntualmente arriva sotto Natale come una strenna per i milioni di fans e  per chi apprezza la bella musica. E lei coerentemente ci arriva sempre: così aliena e così vicina. Anticipato per radio e per web dal singolo "Questa canzone", l'Album appena uscito è intitolato, nella sua modestia lessicale "Piccolino" e comprende brani  inediti la cui matrice diffusa è la melanconia lunare. Lunare come troneggia, Icona Regina, su una delle sue tante artistiche intriganti copertine.

                                                       da risorsa YouTube

 ...perchè tu sappia almeno ancora
che dentro non mi  hai perso, no"


Ad accompagnare "Questa Canzone",  il cui anticipo ha preparato l'uscita  dell'Album di Mina "Piccolino",
ha giocato anche un certo "mistero". Mina ha l'abitudine di ascoltare i brani che le arrivano per posta e che lei poi alla fine seleziona e a volte decide di incidere. Questa canzone non aveva gli autori e la caccia era subito partita in rete e sui media. Alla fine gli autori si sono rivelati. Mauro Nobile e Paolo Limiti, e la canzone è un inedito di quarant'anni fa. Un branno che gli anni non hanno datato e che anzi hanno saputo custodirne l'integra freschezza di un sentimento amoroso  interiore e segreto.

lunedì 21 novembre 2011

LIBRI NOVITA' : L' Elogio del moralismo di Stefano Rodotà

"Sei un moralista!" o "Basta coi moralisti!" sono state le affermazioni ripetute come litanie tutte le volte che in un dibattito televisivo si sentiva apostrofare chiunque cercasse di mostrarsi intransigente di fronte alle regole e alla condotta pubblica di chi occupa posti chiave della politica e del governo nel nostro Paese. E l'accusa partiva spesso anche da finissimi spiriti democratici  e intelligenti intellettuali liberali. Forse perchè pensavano al filosofo Nietzsche che della morale aveva radicalmente fatto tabula rasa per una trasvalutazione del valori alla luce del suo progetto etico-filosofico. Dubito tuttavia che il filoso tedesco sia stato da costoro visto come modello di riferimento così come dubito che la sua filosofia di critica radicale sia stata genuinamente letta e interpretata.
Diciamolo subito, il termine "moralismo" astrattamente non è certamente un valore positivo e anzi può prestarsi a essere comodo scudo per colpire e limitare la libertà altrui. Nel contesto giusto, quello delle regole e del perseguimento del bene della cosa pubblica, la parola moralismo ritrova il suo più autentico significato propositivo. E parlando di regole, di norma di condotta e di libertà, chi poteva chiarire meglio la questione se non un acuto giurista e intellettuale come Stefano Rodotà?
Fresco di stampa e attualissimo arriva sui banchi delle nostre librerie il suo agile e godibilissimo tascabile edito da Garzanti: "Elogio del moralismo". Un libro che mi piace suggerire come possibile prossimo acquisto di Natale accanto alle inevitabili futilità della ricorrenza. (a.mir.)

 LA PAROLA ALL'AUTORE
 "Mi piace definirmi moralista - afferma Rodotà -. Questa parola è sgradita, è usata in modo negativo e tuttavia mi pare che alluda a un modo di guardare le cose del mondo in maniera reattiva, non passiva. Soprattutto quando ci troviamo di fronte a illegalità, cinismo, abbandono dell'etica pubblica, che è quello che è avvenuto in questi anni, non soltanto in Italia, ma in Italia in modo tale da travolgere lo stesso senso delle istituzioni, il rispetto delle regole, il rispetto degli altri. E quindi è necessaria una reazione.
Io lo chiamo
moralismo attivo: quello che mettono in atto tante persone, che fanno tanti mestieri e che nella loro vita quotidiana non rinunciano a denunciare i comportamenti che contravvengono a quello che è scritto nella Costituzione, per cui soprattutto chi ha funzioni pubbliche deve adempierle con onore e disciplina.
L'onore soprattutto è in parte perduto e un buon moralismo può aiutarci a riconquistarlo per tutti."


 Stefano Rodotà, professore emerito dell'Università di Roma La Sapienza, è tra gli autori della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. È stato presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali e ha presieduto il gruppo europeo per la tutela della privacy. .

domenica 20 novembre 2011

BREAKING DAWN: Romantic Horror Shock


Bella ed Edward finalmente sposi. Il rito del matrimonio è quello classico pronto a deliziare il sentimentalismo adolescienziale femminile (il target prevalente ma non esclusivo della saga  letteraria della Meyer). L'ansia dei prepatativi, i tacchi alti per lei, il fiore all'occhiello per lui, il vestito immacolato per lei e per lui persino la tradizionale festa di addio al celibato! E dopo il viaggio di nozze in un'isola da sogno di fronte a Rio, con tanto di bagno di mare notturno sotto lo sguardo complice della luna, prima del fatidico momento da vivere sul letto, dove la sposa viene delicatamente deposta portandola in braccio.
 Come sono normali questi Vampiri, verrebbe subito da dire, E invece arriva improvvisa una  brusca rottura, un cambio netto di registro narrativo e musicale, un vero taglio chirurgico. La metafora non è peregrina perchè il "mutamento" coincide con l'arrivo di una nuva bellissima creaturina che tuttavia non si presenta come naturale miracolo della vita, una nuova alba, ma come un "mostro" per le Creature Vampire. E Bella ormai si è trasformata in  Vampira, come era stato previsto nella piena condivisione della coppia.
La scena della gravidanza dunque assume tutti i contorni di un horror pronto a turbare la psicologia più di un sesso consumato nella maniera più casta possibile (gli sposi non si vedranno mai nudi, nemmeno in mare, pena il rischio di vietare il film ai minori).
"Breaking dawn. Parte prima" non è dunque un film pienamente riuscito: la preoccupazione di accontentare ogno palato, il timore di non oltrepassare certi limiti, il bisogno di concentrare una trama narrativa di più di 700 pagine (nonostante la divisioine in due parti) pesano fortemente sull'economia narravita del film e l'esito è il passaggio repentino dalla noia al raccapriccio, vanificando  persino la scelta coerente delle musiche.  Ma proprio dopo i primi titoli di coda ecco a sorpresa l'anticipo di queello che ci aspetta ancora di vedere.
Il messaggio delle ultime novità è arrivato ai Volturi. Pronti a minacciare la nuova innocente creatura, che, per Bella, anche se Morta Vivente è pur sempre un "miracolo di luce". E chissà che non ritroviamo quell'intrigo romantico (nel senso più nobile del termine)  interessante e non banale che era sempre sembrata la novità letteraria e cinematografica della saga di Twilght..
Antonio Miredi


                                                    Bella ed Edward sposi




                                                       Bella ed Edward Vampiri


                                                         La simbolica copertina del libro


                                                      il trailer ufficiale del film


                                                  
                     e quello italiano non ufficiale da risorsa  BellaCullen9001YouTube


sabato 19 novembre 2011

Il Dolce Stil Novo in musica di Gianna Nannini

"Vieni, di puro amore
A ridarmi la vita
Altissimo amore..."


Sembra l'incipit di una tipica poesia amorosa del Dolce Stl Novo di scuola siciliana o toscana di epoca medievale, il cui intenso sentimento amoroso, reale o immaginario, condiviso o impossibile, ma sempre assoluto era proiettato verso l'infinito, ed è invece l'inizio dell'ultimo singolo di Gianna Nannini :"Mai per Amore".
Un singolo il cui testo scopre l'amore vissuto nella violenza fisica o psicologica e che sarà la colonna sonora di episodi televisivi diretti da grandi noni  del Cinema come Liliana Cavani, Margarethe von Trotta. Una tematica attuale ben lontana dalla poetica dell'amor cortse. Nella prospettiva invece dell'intensità  con cui da sempre Gianna Nanini si pone quando canta l'amore, di qualsiasi natura essa sia, la dolcezza delicata o amara, dolorosa o gioiosa dei versi , hanno quella lontana e sublime bellezza da Dolce Stle Nuovo, come si potrà cogliere nel riascoltare le canzoni  d'amore che faranno  parte dell'Album raccolta e de luxe di immininente uscita.

                 
                                                        da risorsa You Tube con immagini dipinte

"Lo sai che, quasi mai, il vero amore
Lascia i lividi...

... Lo sai che, quasi mai, il vero amore non sa vincere..."

venerdì 18 novembre 2011

Emergenza del senso della Parola

                                                Dante "Padre della lingua italiana"

Senza sottovalutare la grande ed urgente emergenza di questo momento,  quella economica, un'altra emergenza occorre sollecitare, quella del senso delle nostre parole. Mai come in questi ultimi anni la dignità della parola risulta svilita. Tutto vale il contrario di tutto, il bianco può valere nero e il nero bianco, a seconda del tornaconto e non del rispetto di un suo intrinseco significato. Le parole, il più delle volte urlate e non spiegate, somigliano a coriandoli di un ottuso spettacolo mediatico; così, collegandoci ad una cronaca di quotidianità politica, capita di assistere al ridicolo ma triste spettacolo di un "nominato" e non eletto con volontaria preferenza dai cittadini italiani, che dopo aver rinnegato e tradito l'elettore che ha votato il partito con cui si era presentato, e per "responsabilità" salvato, traendone vantaggio innanzituttto di notorietà, il Governo che prima avversava, oggi si è presentato con il braccio fasciato a lutto "per la morte della democrazia", come ha precisato al mondo politico-mediatico! Senza mai chiarire il concetto-valore di responsabilità e democrazia!
Così va il mondo politico-mediatico  e così, purtroppo, va il mondo della parola in Italia.