mercoledì 28 giugno 2023
40 ANNI FA L'OMICIDIO DEL PROCURATORE CAPO BRUNO CACCIA. TORINO LO RICORDA CON DUE EVENTI TEATRALI, ATTRAVERSO I RICORDI DEI FIGLI
Il primo e unico Procuratore della Repubblica assassinato dalla mafia al Nord. Intrecci inconfessabili tra 'ndrangheta calabrese, cosca catanese, Funzionari dello Stato e persino una zona grigia della stessa Magistratura. Una vicenda giudiziaria complessa con depistaggi, interessi economici radicati nella società civile, riciclaggio di denaro sporco. E con una sentenza definitiva della verità giudiziaria per certi aspetti ancora distante rispetto a una sua verità storica.
Un esemplare esempio di coraggio e sacrificio pagato con la vita di un Magistrato per troppi anni scivolato in un imperdonabile oblio.
A mantenere viva la memoria due eventi teatrali nella città in cui l'omicidio si è consumato, il monologo dell'attore Andrea Bruno con un intervento di living art di Andrea Chidichimo e il Recital di Elena Frida Mino insieme a Pietra Selva e Raffaella Tomellini. Un modo efficace attraverso l'arte e il teatro per veicolare un forte messaggio di legalità e le umane emozioni, grazie anche ai ricordi privati dei tre figli del Procuratore, Guido, Paola e Cristina Caccia presenti durante gli eventi.
Il Procuratore Capo di Torino Bruno Caccia
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UN UOMO NORMALE CON IL CORAGGIO DELL'ONESTA'--------------------------------------------------------------------------------------------- di ANTONIO MIREDI------------------------------------------------------------------------------------------------------ Era una domenica calda e apparentemente tranquilla a Torino quel 26 giugno 1983 con i seggi elettorali appena chiusi. In via Sommacampagna poco prima della mezzanotte, Bruno Caccia porta fuori il suo cagnolino. Al rientro a casa, un'auto con due passeggeri lo affianca e uno scarica di proiettili lo scaraventa lungo il marciapiede. E per essere certi del risultato, un'ultima scarica ravvicinata in un vero e proprio agguato premeditato.
Un cadavere eccellente in una città del Nord, una cosa impensabile. Un finto comunicato delle Brigate Rosse da subito cerca di depistare le indagini che tuttavia portano man mano alla pista dei clan calabresi e catanesi, ormai radicati in Piemonte già dagli anni settanta con poca attenzione mediatica. A ripercorrere la vicenda di questo anomalo omicidio, nel quarantennale dell'anniversario, un primo evento teatrale si è svolto a Torino il il 26 maggio 2023, nello spazio eventi di Piazza dei Mestieri con il titolo Il caso Caccia. Una storia nascosta, scritto e intrepretato da Andrea Bruno e una Action Painting di Andrea Chidichimo.
( Foto Mauro Simolo )----------------------------------------------------------------------------------------------------
Un monologo serrato, con la vividezza di una recitazione non guidata dalla lettura di un testo definitivo ma sedimentato in una lunga e paziente ricerca di documentazione e la preziosa testimonianza della famiglia del Procuratore, in particolare di Paola Caccia, presente all'evento di Piazza dei Mestieri.
La storia giudiziaria si mescola a quella sociale, la figura umana e privata si amalgama alla storia della Torino di quegli anni feroci politicamente ma spensierati attraverso le hit canore come quelle dei Righeira. A rendere visivamente più plastico il racconto fluido e veloce, l'azione pittorica performativa dell'artista Chidichimo che non risparmia energia coi sui ampi gesti nel colorare, disegnare e scrivere sui grandi fogli bianchi che man mano cambiano scenario. Una storia intricata, con le diverse diramazioni e piste pronte a intrecciarsi in un intrico di corruzione e illegalità. Ogni tanto il racconto di Andrea Bruno deborda in esperienze personali, in scenette del quotidiano familiare di ognuno in cui spesso i pregiudizi si mescolano alla pigrizia nel lasciar scorrere le cose senza una critica consapevolezza.
Un modo anche per lasciare libero sfogo a quella vena satirica, paradossale, sovente improvvisata, che caratterizzano la recitazione dell'attore.
( L'attore Andrea Bruno e l'artista Andrea Chidichimo, foto di Marco Begani)
( La testimonianza di Paola Caccia all'avento teatrale di Piazza dei Mestieri, "Il caso Caccia. Una storia nascosta, foto di Emanuele Pensavalle)
( Il Manifesto del Recital "Via Sommacampagna: in ricordo di Bruno Caccia". Di e con Eleonora Frida Mino, Tomellini Raffaella, Pietra Selva, Illustrazione di Giulia Salza )
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Più didascalico e lineare, ma non meno labirintico e vivido, il Recital che si è tenuto a Torino, negli spazi di Binaria, di Eleonora Frida Mino, Raffaella Tomellini e Selva Pietra. Un recital teatrale a tre voci che mette a fuoco la vicenda giudiziaria e sociale ma soprattutto l'uomo, il marito, il padre. I ricordi familiari di tutti i tre figli del Procuratore, vengono rivissuti in una corale lettura femminile molto partecipata di indignazione e commozione. Le anime femminili di tre attrici tradotte in una scrittura a più mani, ma unitaria e armoniosamente tessuta. Un momento toccante, tale da avere la bellezza di una visione epifanica nel ricordo di una foto davanti a una baita di montagna, in cui Caccia e la moglie improvvisano un ballo, è stato quando il silenzio della parola si è trasferito in un intimo ballo di tango inscenato da Eleonora Frida Mino. Un delicato cammeo teatrale al suono delle note di Violno Tzigano, canzone amata dal Procuratore.
Le piccole grandi gioie che Bruno Caccia sapeva vivere in famiglia e nel privato, da uomo normale, la cui onestà e rettitudine morale incorruttibile lo ha fatto diventare, suo malgrado, un Eroe. Sciagurato quel Paese che è costretto a vivere di Eroi, vittime di una criminalità organizzata spesso connivente con gli apparati dello Stato. Un Teatro civile che si mette al servizio della Memoria, insieme alla testimonianza dei familiari, per bisogno di giustizia e per un dovere civile da offrire alle nuove generazioni, è una forma di lotta dignitosa in una società dominata da conformismo e pavida indifferenza.
(Antonio Miredi)
( Un momento del Recital "Via Sommacampagna: in ricordo di Bruno Caccia". Di e con Eleonora Frida Mino, Tomellini Raffaella, Pietra Selva, foto Antonio Miredi )
La preziosa testimonianza dei figli del Procuratore, Guido, Paola e Cristina Caccia, foto di Susanna Medda )
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