domenica 22 gennaio 2012

Costa Concordia: un naufragio come metafora

                      Theodore Gericault, La zattera ella Medusa, oilo su tela, 1819 Louvre


Il naufragio della Costa Concordia, ancora paurosamente inclinata di fronete all'isola del Giglio, oltre a quell'enorme e volgare "spettacolo" televisivo che continua a scatenare e che nulla ha a che fare con un doveroso e onesto diritto di cronaca, è stata anche vista come una metafora letteraria per spiegare l'attuale "deriva" se non proprio "naufragio" del nostro Paese. Qualche intellettuale  si è spinto ancora più in là, richiamando alla  memoria il famoso quadro del pittore romantico francese, Gericault, che nel dipingere "La zattera della Medusa" si ispirò a un fatto di cronaca: il naufragio della fregata Meduse, avvenuto  nel 1816 davanti alla costa dell'attuale Mauratania, a causa di una palese negligenza di chi ne aveva il comando.
La cronaca, quando si trasforma in tragedia collettiva e ha un intrinseco nucleo paradigmatico, è giusto che venga vista e analizzata come una metafora letteraria, filosofica o artistica, soprattutto quando ci permette di riflettere e stigmatizzare i limiti e e i rischi di una spettacolarizzazione mediatica. Stiamo assistendo a un continuo processo in diretta televisiva con una narrazione che si tinge persino di "giallo": la bionda misteriosa, il capitano coraggioso e quello vile, la frase slogan "Salga a bordo c..." che diventa la griffe in tempo reale con la vendita di una maglietta...e in questa altra deriva della comunicazione, non si sottraggono i social network...Cosa ci può allora dire queso naufragio italiano se lo vogliamo vedere  come metafora che riflette sulla cronaca? L'Italia non deve aver bisogno nè di eroi nè di vittime,  il capitano  Gregori De Falco ha semplicemente svolto il suo dovere, e il comandante Francesco Schettino, se ha commesso da solo tutti gli errori e le indecisioni che gli vengono imputate, pagherà le conseguenze  decise dalle parti competenti e non da un giudizio del popolo, e invece di riempire continuamente i contenitori televisivi di gossip e opinioni che hanno tutto l'aspetto di  sentenze, si affonti la questione della sicurezza, del rispetto dell'ambiente, di come si addestra e come si recluta il personale.... Dimostriamo di essere cioè un Paese civile, rispettoso della legalità e della trasparenza, altrimenti le parole più significative ed efficaci continueranno a dircele i nostri comici che hanno ormai sostitiuto il lavoro di tanti cronisti.
Crozza nella trasmissione Ballarò è stato, non a caso, uno dei primi ad usare l'immagine della "metafora" ricordandoci che il naufragio della Costa Concordia non faceva una grinza con chi, al comando del nostro Paese, ancora l'estate scorsa in televisione ci dicevava che tutto va bene, la crisi è una invenzione dei media, la  nave Italia solidamente può continuare la sua rotta... Poi, si sa, sono arrivate ben cinque manovre "lacrime e sangue"  rivolte naturalemte non verso tutti, sperando che di manovre non ne arrivino altre pronte a colpire la maggioranza dei soliti noti...(Antonio Miredi)

Nessun commento:

Posta un commento