martedì 24 maggio 2011

Epifania di divinità: rivisitazioni da Saffo

                                                         La Saffo classica 

φαίνεταί μοι κνος σος θέοισιν
μμεν' νηρ, ττις νάντιός τοι

σδάνει κα πλάσιον δυ φωνεί-
σας πακούει
κα γελαίσας μέροεν, τό μ' μν
καρδίαν ν στήθεσιν πτόαισεν,
ς γρ <ς> σ' δω βρόχε' ς με φώναισ'
οδ' ν τ' εκει,
λλ' †κμ μν γλσσα †αγε λέπτον
δ' ατικα χρι πρ παδεδρόμηκεν,
ππάτεσσι δ' οδν ρημμ', πιρρόμ-
βεισι δ' κουαι,
†έκαδε μ' δρως [ψχρος] κακχέεται τρόμος δ
πασαν γρει, χλωροτέρα δ ποίας
μμι, τεθνάκην δ' λίγω 'πιδεύης
φαίνομ' μ' αται·
λλ πν τόλματον πε †κα πένητα†


Si sente pari agli dei quell'uomo
che siede di fronte a te e da vicino ti ascolta
parlare dolcemente, ridere di un riso
che suscita il desiderio;
cosa che a me davvero
fa sussultare il cuore nel petto.
Non appena, infatti, ti vedo un istante,
non riesco più a parlare,
ma la lingua mi rimane spezzata, un fuoco
sottile scorre sotto la pelle,
con gli occhi non vedo nulla, un rombo
nelle orecchie,
un sudore freddo mi avvolge, un tremito
mi prende tutta, sono più verde dell'erba,
mi sento di poco lontana dall'essere morta.
Insensata ...
  
 Traduzione di Paola Novaria


  La Saffo neoclassica di Andrea Gastaldi


Epifania di divinità
il mirare senza  staccare degli occhi
il cuore come di bimbo ha sussulto
mentre manca parola del tutto
 pelle ha il bruciore dei fuochi
suono d'orecchie nel rombo par perdersi
mentre dentro  riso di narciso
 felice danza il suo  rito
 specchio di  luminoso viso
quando poi  sopraggiunge tremito
e si tinge di bianco pallore
così  di moira  immortalità
nell’estasi può  anche congiungersi
ma è il raccolto sopruso  di Amore.

 (libera rivisitazione di Antonio Miredi)


                                                               

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