sabato 19 agosto 2017

I cento anni della canzone "Reginella"

Un secolo fa il poeta Libero Bovio, su musica di Gaetano Lama, scriveva un classico della canzone napoletana esportabile nel mondo.
 

                                                      Lo spartito di "Reginella", 1917


CON  REGINELLA LA SCIANTOSA CANTA  IL DECLINO DELLA "BELLE EPOQUE"

Testo di Antonio Miredi

T'aggio voluto bene a tte!...
Tu m'è voluto bene a me!...,

   E' il 1917 quando il poeta, drammaturgo, giornalista Libero Bovio scrive "Reginella", una delle canzoni napoletane più conosciute e amate nel mondo.
E' l'epoca in cui  una vera canzone italiana non esiste ancora, e fra le canzoni  in lingua dialettale, solo quella napoletana è esportabile e in grado di tenere alta la nascente produzione discografica italiana. Il testo di Reginella racconta il rimpianto di un amore finito, quel tempo in cui i due innamorati potevano sentirsi tra loro Re e Regina!
L'amore riempiva  tutto, ci si accontentava di campare  a "pane, cerase e vase". Ma la moda francese
delle "sciantose" ha  travolto ogni ingenua semplicità e anche l'amore, svanito in un pensiero "distratto" di qualche fugace incontro. Gli  abiti si sono fatti scollati, il cappello ornato di nastri e rose. Il testo mesto di Bovio è reso sapientemnete ancora più  dolceamaro con la musica in tempo  di valzer  del maestro Gaetano Lama.

         

                                                         Il maestro Gaetano Lama


                                                             Il  poeta Libero Bovio

Ma è cambiato anche il clima sociale quando la canzone è pubblicata. Si è ancora nella piena carneficina della prima guerra mondiale e l'atmosfera allegra e spensierata della Belle Epoque vive ormai  il suo declino, anche se le sciantose continuano a esibirsi  e cantare  al Salone Margherita di Napoli, primo vero cafè-chantant di stile francese in Italia.
La canzone Reginella  ci riporta in pieno al tempo delle sciantose, il tempo in cui la lingua napoletana impone anche nell'uso della lingua nazionale la sua disinvolta volgarizzazione di termini stranieri come la parola francese  chanteuse.
 La prima sciantosa a cantare "Reginella",  è naturalmente una napoletana. Griselda Andreatini, in arte Gilda Mignonette. Il suo successo è tale che, dopo aver recitato nella compagnia teatrale di Raffaele  Viviani, torna a canatre le sue canzoni napoletane, trasferendosi a New York.
Qui, la "Regina degli emigranti",  come viene subito chiamata, difenderà l'orgoglio partenopeo e italiano, anche in pieno conflitto della seconda guerra mondiale, quando sarà costretta ad esibirsi in maniera discreta. Gilda Mignonette non dimenticherà mai la sua Napoli, fino a convincere il marito a ritornare in Italia, per poter morire alle pendici del Vesuvio.
Si spegne sul mar Mediterraneo, a poche ore dall' approdo a Napoli,  a bordo della "Homeland".
Ma questa è un'altra storia.
Antonio Miredi


                                                              Glida Mignonette




                                               Gilda Mignonette canta "Reginella"


Moltissimi i cantanti che hanno nel tempo ripreso "Reginella". Notevole l'interpretazione di Roberto Murolo. Negli anni ottanta e novanta è ripresa, fra i tanti, da Massimo Ranieri e Mia Martini.
Ancora oggi "Reginella" regna sovrana nel repertorio napoletano.




                   La notevole interpretazione di "Reginella" di Roberto Murolo















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