Lo spartito di "Reginella", 1917
CON REGINELLA LA SCIANTOSA CANTA IL DECLINO DELLA "BELLE EPOQUE"
Testo di Antonio Miredi
T'aggio voluto bene a tte!...
Tu m'è voluto bene a me!...,
E' il 1917 quando il poeta, drammaturgo, giornalista Libero Bovio scrive "Reginella", una delle canzoni napoletane più conosciute e amate nel mondo.
E' l'epoca in cui una vera canzone italiana non esiste ancora, e fra le canzoni in lingua dialettale, solo quella napoletana è esportabile e in grado di tenere alta la nascente produzione discografica italiana. Il testo di Reginella racconta il rimpianto di un amore finito, quel tempo in cui i due innamorati potevano sentirsi tra loro Re e Regina!
L'amore riempiva tutto, ci si accontentava di campare a "pane, cerase e vase". Ma la moda francese
delle "sciantose" ha travolto ogni ingenua semplicità e anche l'amore, svanito in un pensiero "distratto" di qualche fugace incontro. Gli abiti si sono fatti scollati, il cappello ornato di nastri e rose. Il testo mesto di Bovio è reso sapientemnete ancora più dolceamaro con la musica in tempo di valzer del maestro Gaetano Lama.
Il maestro Gaetano Lama
Il poeta Libero Bovio
Ma è cambiato anche il clima sociale quando la canzone è pubblicata. Si è ancora nella piena carneficina della prima guerra mondiale e l'atmosfera allegra e spensierata della Belle Epoque vive ormai il suo declino, anche se le sciantose continuano a esibirsi e cantare al Salone Margherita di Napoli, primo vero cafè-chantant di stile francese in Italia.
La canzone Reginella ci riporta in pieno al tempo delle sciantose, il tempo in cui la lingua napoletana impone anche nell'uso della lingua nazionale la sua disinvolta volgarizzazione di termini stranieri come la parola francese chanteuse.
La prima sciantosa a cantare "Reginella", è naturalmente una napoletana. Griselda Andreatini, in arte Gilda Mignonette. Il suo successo è tale che, dopo aver recitato nella compagnia teatrale di Raffaele Viviani, torna a canatre le sue canzoni napoletane, trasferendosi a New York.
Qui, la "Regina degli emigranti", come viene subito chiamata, difenderà l'orgoglio partenopeo e italiano, anche in pieno conflitto della seconda guerra mondiale, quando sarà costretta ad esibirsi in maniera discreta. Gilda Mignonette non dimenticherà mai la sua Napoli, fino a convincere il marito a ritornare in Italia, per poter morire alle pendici del Vesuvio.
Si spegne sul mar Mediterraneo, a poche ore dall' approdo a Napoli, a bordo della "Homeland".
Ma questa è un'altra storia.
Antonio Miredi
Glida Mignonette
Gilda Mignonette canta "Reginella"
Moltissimi i cantanti che hanno nel tempo ripreso "Reginella". Notevole l'interpretazione di Roberto Murolo. Negli anni ottanta e novanta è ripresa, fra i tanti, da Massimo Ranieri e Mia Martini.
Ancora oggi "Reginella" regna sovrana nel repertorio napoletano.
La notevole interpretazione di "Reginella" di Roberto Murolo
Nessun commento:
Posta un commento