Era il 10 gennaio del 1957 quando moriva la poetessa cilena Gabriela Mistral, prima donna latinoamericana a vincere il Nobel nel 1945. Gabriela vivificava la forza e l'intensità della poesia anche come donna educatrice e femminista, e nella scelta del suo nome d'arte si può forse anche cogliera il rifiuto di un nome natale anche dal forte richiamo a una cultura clericale edificante (il suo vero nome era Lucila de Maria del Perpetuo Soccorro Godoy Alcayaga) e l'attaccamento invece a una classicità nella modernità della poesia che nel cantare l'amore e il dolore, servendosi di metafore floreali come quella della rosa, fa intuire un invisibile e lontano richiamo a una tradizione che va dai poeti provenzali fino alle voci ermetiche a lei più vicine.
La rosa del resto è figura centrale anche nell'arte non solo nella poesia.
"La ricchezza del centro della rosa
è la ricchezza del tuo cuore
aprila:
il tuo dolore è ciò che rinserra.
Aprila in un canto
o in un disperato amore.
Non proteggere la rosa:
ti brucerebbe con il suo splendore"
Gabriela Mistral (poesia La rosa tratta dall'Agenda Letteraria 2012)
Dalì, La rosa meditativa
Rosa nella mano una bella foto ripresa dal blog (www.e-citazioni.com) di Rita Baccaro
E che dire delle tante rose cantate? Evidente immagine della sensualità e sessualità femminile!
Riccardo del Turco, L'importante è la rosa " la cantò nella versione italiana.
In quegli anni i successi internazionali diventavano subito cover per i cantanti in voga da noi, la canzone è stata ripresa anni dopo, cantata da Del Turco insieme a Fontana, Meccia, e Fidenco, come "I SUPER QUATTRO"
Nessun commento:
Posta un commento