TAMARA DE LEMPICKA: Una vita tutta ad Arte
di Antonio Miredi
Tamara de
Lempicka, La Vierge bleue, 1934
© Tamara
Art Heritage
L’immagine più ovvia di Tamara de Lempicka è quella ormai classica, la Icona
Decò della polacca trasgressiva ed errante i due Mondi. Una immagine non
falsa ma sicuramente fuorviante, da apparire
alla fine stereotipata.
La mostra di Torino, a Palazzo Chiablese, ci aiuta ad
entrare meglio nel personaggio ma anche nella’anima dell’artista, offrendoci, in un percorso geografico-esistenziale, anche un squarcio intimo e insospettabile.
Ben 80 opere dell’artista, suddivise in un mappa che via via, per ogni stanza dell’esposizione,
privilegia un tempo e un tema particolare.
Si inizia, e non poteva essere diversamente, essendo
l’immagine più iconica di Tamara, con “La Ragazza in verde” ritratto da giovane lolita, con l’ampio cappello,
bianco come i guanti portati in una posa immodestamente pudica, ma con l’abito
svolazzante ed attillante, tanto da mettere in risalto, come due coppe, i turgidi seni della verde età della fanciulla.
Esplorando il primo periodo si scopre già un precoce talento:
l’acquerello su carta del periodo russo “La rosa”, del 1914, ha una sua delicata sensualità e un simbolismo di nostalgia
carico di futuro.
Un futuro destinato a una immediata celebrità, grazie anche
alle intellettuali ed aristocratiche scelte coniugali, e alle frequentazioni
mondane vissute soprattutto a Parigi, negli anni venti.
Qui Lempicka privilegerà nella pittura la
ritrattistica, senza disdegnare le riviste di Moda e Costume, francesi e tedesche. Artista, in questo caso, da copertina.
In America, a Berly Hills, nella grande villa coloniale di King Vidor e poi a New York negli
anni quaranta, dove le foto della sua casa rivelano un gusto architettonico e
di arredamento molto avanti agli stessi suoi tempi. Essenziale, minimalista,
funzionale e geometrico.
Nel frattempo, tutta una evoluzione artistica con un suo dignitoso spazio occupato dal tema del sacro.
Ritratti di una interiorità non esente a volte dalla
sofferenza , come nell’olio su cartone intitolato la “Madre Superiora” (1935-39):
gli occhi inumiditi e piangenti, quadro
che l’artista non vorrà vendere e che
porterà con sé fino in America, per
essere vanto ed orgoglio, nella opulenta
villa californiana, agli occhi degli importanti ospiti.
Una mostra
coraggiosa, voluta a Torino in coincidenza con il periodo
dell’Ostensione, nel Palazzo proprio adiacente il Duomo, perché non mancano le opere della assoluta libertà del
nudo, femminile par excellence , che al suo tempo, a Parigi, non davano vero
scandalo, semmai qualche larvato pettegolezzo sui gusti decisamente lesbici
dell’artista.
A dare scandalo era invece il nudo maschile, tanto che al suo
“Adamo ed Eva” esposto al Salon des Indipendants, arrivè dalle autorità subito
l’ostarcismo. E peccato che proprio questo dipinto non sia presente nella
mostra torinese, mancanza compensata tuttavia da un nudo maschile
spudoratamente frontale, recentissima scoperta
inedita, perché fino a non molto tempo si considerava quello dell’Adamo
ed Eva l’unico corpo maschile senza veli, seppure visto di spalle.
Nella Mostra, fra le
Sezioni più interessanti e poco conosciute, anche una galleria di Fotografie di
Kertész e Brassai, stupefacenti notturni sguardi di rifugiati nella Ville Lumière.
Un talento artistico,
quello della Lempicka, che non ha
ignorato lo studio e la lezione della pittura italiana, rinascimentale e
manierista, molto presente nelle forme dei suoi nudi femminili, amazzoni e
veneri contemporanee, emancipate e alla moda.
Una occasione finalmente per entrare meglio nell’universo di
un’artista che ha sempre voluto vivere una vita ad arte, nel senso stesso di
artificio e di creatività, in maniera assoluta, l’abbiamo anche attraverso il
bel raffinato catalogo ricco di notizie, approfondimenti, oltre al completo
apparato iconografico.
Antonio Miredi
Tamara de
Lempicka, "Perspective" ou "Les deux amies", 1923
Tamara de
Lempicka, Nu masculin, 1923/1924
Collection Yves et Françoise Plantin
© Tamara Art Heritage.
TAMARA
DE LEMPICKA
a
cura di Gioia Mori
Torino,
Palazzo Chiablese
19
marzo – 30 agosto 2015
Catalogo,
24 ore Cultura
Info: www.mostratamara.it