Laura Boldrini eletta Presidente alla
Camera dei Deputati
Pietro Grasso eletto Presidente del S
enato della Repubblica
La prima uscita pubblica dei due nuovi
Presidenti del Parlamento italiano è avvenuta in occasione dell'omaggio all'
Altare della Patria, per i
152 anni dalla Proclamzione dell
'Unità d'Italia del
17 marzo 1861.
Una celebrazione significativa per due Presidenti eletti a sorpresa, fuori dai soliti giochi di apparato, e che nel loro primo interventio, dopo l'atto di proclamazione, hanno all'unisono manifestato una forte volontà di rinnovamento della politica, partendo dalla difesa della legalità e dei diritti degli ultimi.
L'impegno a considerare il
Parlamento una
Casa "trasparente", in una sua rafforzata centralità.
Il discorso di insediamento a presidente della Camera
di Laura Boldrini
Care deputate e cari deputati, permettetemi di esprimere il mio più sentito
ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta il compito di
presiedere i lavori di questa Assemblea.
Vorrei, innanzitutto, rivolgere il saluto rispettoso e riconoscente di tutta
l’Assemblea e mio personale al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della Costituzione
repubblicana.
Vorrei, inoltre, inviare un saluto cordiale al Presidente della Corte
costituzionale e al Presidente del Consiglio. Faccio a tutti voi i miei auguri
di buon lavoro, soprattutto ai più giovani, a chi siede per la prima volta in
quest’Aula.
Sono sicura che, in un momento così difficile per il nostro Paese, insieme
riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore
dei modi le istituzioni repubblicane.
Vorrei rivolgere, inoltre, un cordiale saluto a chi mi ha preceduto, al
Presidente Gianfranco Fini, che ha svolto con responsabilità la sua funzione
istituzionale.
Arrivo a questo incarico dopo avere trascorso tanti anni a difendere e a
rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del
mondo. È un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al
servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il
luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.
Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremo impegnarci
tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una
battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa Aula sono
stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del
mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità
di saperli rappresentare e garantire uno a uno. Questa Aula dovrà ascoltare la
sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera
della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano
dall’Italia.
Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza
travestita da amore ,ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla
responsabilità della politica e del Parlamento.
Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per
rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e
degradante, come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti
umani di Strasburgo.
Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a
chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai
cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori
che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi
sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi
subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.
Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno
lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.
Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da
lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore
e inesplorata di un disabile.
Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a
chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai
cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori
che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che
oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi
subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.
Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno
lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.
Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da
lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore
e inesplorata di un disabile.
In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti
fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo.
Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e per questa
democrazia. Anche con questo spirito siamo idealmente vicini a chi oggi a
Firenze, assieme a Luigi Ciotti, ricorda tutti i morti per mano mafiosa. Al
loro sacrificio ciascuno di noi e questo Paese devono molto. E molto, molto,
dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta, che ricordiamo
con commozione oggi, nel giorno in cui cade l’anniversario del loro assassinio.
Questo è un Parlamento largamente rinnovato. Scrolliamoci di dosso ogni
indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione, che saprà riprendersi
la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera
la casa della buona politica, rendiamo il Parlamento e il nostro lavoro
trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli italiani.
Sarò la Presidente
di tutti, a partire da chi non mi ha votato. Mi impegnerò perché la mia
funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese.
L’Italia fa parte del nucleo dei fondatori del processo di integrazione
europea. Dovremo impegnarci ad avvicinare i cittadini italiani a questa sfida,
a un progetto che sappia recuperare per intero la visione e la missione che
furono pensate con lungimiranza da Altiero Spinelli. Lavoriamo perché l’Europa
torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo
certo per i diritti delle persone, appunto un luogo della libertà, della
fraternità e della pace.
Anche i protagonisti della vita spirituale e religiosa ci spronano ad osare
di più. Per questo abbiamo accolto con gioia i gesti e le parole del nuovo
pontefice, venuto emblematicamente dalla fine del mondo.
A Papa Francesco il saluto carico di speranza di tutti noi. Consentitemi un
saluto anche alle istituzioni internazionali, alle associazioni e alle
organizzazioni delle Nazioni Unite, in cui ho lavorato per 24 anni, e
permettetemi, visto che questo è stato fino ad oggi il mio impegno, un pensiero
per i molti, troppi morti senza nome che il nostro
Mediterraneo custodisce. Un mare che dovrà sempre più diventare un ponte
verso altri luoghi, altre culture, altre religioni.
Sento forte l’alto richiamo del Presidente della Repubblica sull’unità del
Paese. Un richiamo che quest’Aula è chiamata a raccogliere con pienezza e
convinzione. La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una
passione.
Stiamo iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio: cercherò di portare,
assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che
alla politica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto i nostri figli.
Grazie.