Paola D'Agostino è una scrittrice e traduttrice italiana che lavora a Lisbona. Un lavoro "oscuro" quello del traduttore, poco conosciuto e a volte misconosciuto persino in famiglia, come lamenta la stessa D'Agostino in una interessante lettera pubblicata sul Corriere della sera di oggi 3 febbraio 2013, in cui parla del suo incontro con Fabrizio Corona. Paola D'Agostino infatti si è trovata nel ruolo sociale di "traduttrice" al Tribunale di Lisbona dopo il fermo dell' imprenditore italiano.
Una lettera che in realtà è anche un bel pezzo giornalistico capace di unire la personale esperienza dell'incontro con delle riflessioni antropologiche e sociali.
"Tradurre Corona è interpretare l'Italia", questa sua affermazione è la sintesi perfetta di quanto Paola D'Agostino espone nella lettera-articolo. E del resto già lo stesso Fabrizio Corona lo aveva affermato pubblicamente, quando aveva detto di rappresenatre, nel bene e nel male, l'Italia di oggi.
Di questa esperienza d'incontro, il gossip mediatico si è subito interessato del galante invito a cena seguito al colloquio in Tribunale, e questo magari ha dato quell'attimo di notorietà che il lavoro "nero" del traduttore non riesce certo a garantire, trascurando un particolare che invece sembra ben più degno di nota.
Un sottile braccialetto in oro bianco che Corona temeva di non vedere più al polso, con la scritta: "Il potere è il potere". A doppio taglio, mi ha fatto amaramente pensare.
(Antonio Miredi)
Fabrizio Corona, un personaggio-marchio
Fabrizio Corona, un personaggio-corpo da copertina
Nessun commento:
Posta un commento