Dante "Padre della lingua italiana"
Senza sottovalutare la grande ed urgente emergenza di questo momento, quella economica, un'altra emergenza occorre sollecitare, quella del senso delle nostre parole. Mai come in questi ultimi anni la dignità della parola risulta svilita. Tutto vale il contrario di tutto, il bianco può valere nero e il nero bianco, a seconda del tornaconto e non del rispetto di un suo intrinseco significato. Le parole, il più delle volte urlate e non spiegate, somigliano a coriandoli di un ottuso spettacolo mediatico; così, collegandoci ad una cronaca di quotidianità politica, capita di assistere al ridicolo ma triste spettacolo di un "nominato" e non eletto con volontaria preferenza dai cittadini italiani, che dopo aver rinnegato e tradito l'elettore che ha votato il partito con cui si era presentato, e per "responsabilità" salvato, traendone vantaggio innanzituttto di notorietà, il Governo che prima avversava, oggi si è presentato con il braccio fasciato a lutto "per la morte della democrazia", come ha precisato al mondo politico-mediatico! Senza mai chiarire il concetto-valore di responsabilità e democrazia!
Così va il mondo politico-mediatico e così, purtroppo, va il mondo della parola in Italia.
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