sabato 14 maggio 2022

LA VIDEOCRAZIA UNA CONTINUA MINACCIA ALLA DEMOCRAZIA NEL MONDO

Una riflesione, a partire dal docufilm di Erik Gandini del 2009 Videocracy_Basta apparire, sulla natura distopica della videocrazia e della sua influenza nella vita quotidiana e nel modo di pensare
L'ORRIDO DELLA TELEVISIONE COME SPETTACOLO DELL'APPARENZA----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- In Videocracy – Basta apparire, tutti sorridono, protagonisti e figuranti. Tutti sorridono ma in modo diverso. Si inizia col sorriso pruriginoso e volgarotto dei conduttori notturni della primissima Tv privata commerciale, ben prima che nascesse il network televisivo di Berlusconi, Tele Torino, che con delle domande in diretta per telefono, inaugurano lo spogliarello casereccio della casalinga mascherata. Sorride ma di un sorriso fra il genuino e l’amaro, Rick Rock (Riccardo Canevali) mentre si allena nel cortile di casa con lo sguardo sorridente della mamma protettiva. Rick rappresenta l'italiano medio e fa da filo narrativo a questo docufilm di Erick Gandini,italiano trapiantato in Svezia. Lo vedremo attraversare tutta la narrazione nel suo tentativo di diventare attore o cantante. Scorrono altre immagini della televisione commerciale, questa volta targata Mediaset, e arriva il sorriso compiaciuto e vuoto delle showgirls scollacciate e pronte a sculettare, il sorriso inconsistente e muto delle veline, il sorriso sardonico e maschilista dei presentatori vip, per arrivare alla coppia Lele Mora e Fabrizio Corona che in questo caso vengono intervistati. Il sorriso di Corona non ha bisogno di fingere: sa di essere uno che sfida le leggi ma è da simpatica canaglia autoproclamatosi “un moderno Robin Hood pronto a rubare ai ricchi per donare a se stesso”. Abituato al piacere di guardare ed essere guardati, si fa riprendere nudo sotto la doccia o mentre davanti alo specchio si ammira sapendo di essere un oggetto di desiderio. “Quando vedo una persona famosa penso subito ai soldi” dice ancora senza mediazioni e tanti giri di parole. Ecco la formula magica, essere famosi! E per diventare famosi basta apparire, passare per quella scatola magica che è la televisione.
Lele Mora è il vero deus ex machina di questa scatola magica perché ha il compito di essere il medium in un ruolo ambiguo fra l’aspirazione italica della folla di aspiranti alla celebrità di stelline e tronisti e la reale opportunità offerta, toccando una sfera privata che arriverà allo scoperto solo in anni più recenti. Mora è di sicuro il personaggio più inquietante di Videocrazy. Si fa intervistare nella totalità di un accecante bianco immacolato”: bianca la stanza, bianco il letto matrimoniale, bianco il vestito che indossa, persino il sorriso ha il candore di una espressione imbambolata, ubriaca di successo. Un candido sorriso ebete che non ha nessuna esitazione a mostrare apertamente la sua anima nera, che più nera non si può, quando fa ascolterò la suoneria con canzoni del fascismo che mostrano anche immagini della simbologia nazista. Incoscienza? No, la innata convinzione di appartenere a una maggioranza anche se nascosta di questa anima nera che ha le mille maschere della società e della politica italiana. L’Agenzia di Mora e quella che ha coltivato la fauna femminile di ragazze belle e prosperose che popolano le trasmissioni delle televisioni del Presidente, il cui sorriso è quello fiero dell’imprentare che si “è fatto da solo” fino a diventare uno fra gli uomini piu ricchi d’Italia, e l'uomo politico di fama mondiale, in familiarità nella sua villa esclusiva in Sardegna coi Grandi della Terra come Tony Blair o Vladimir Putin. Videocracy -Basta apparire non è comunque un video contro il Berlusconi politico, almeno non lo è alla maniera di un report che tocca le scelte politiche e gli interessi personali di un Capo.
Videovrazy è una rappresentazione di immagini con un commento essenziale sul potere televisivo e di come questo potere sia capace non solo di dare spazio a un immaginario collettivo ma di insinuarsi in maniera anche inconsapevole nelle coscienze, fino a influenzare e mutare un modo di essere e di pensare. Le reazioni feroci e le censure che questo video ha scatenato alla sua presentazione ufficiale a Venezia, stanno a dimostrare la sua natura dispotica di denuncia nonostante il suo aspetto orrido possa diventare persino un alibi per rifiutarlo senza possibilità di una critica analisi. A più di dieci anni di distanza in Italia è forse cambiato qualcosa circa il potere videocratico della Televisione? Le trasmissioni sono le stesse, stessi i protagonisti della scena politica e mondana, nonostante per alcuni, come Corona e soprattutto Mora, siano arrivati nel frattempo i guai giudiziari e alcuni anni di carcere. La Videocrazia è una minaccia alla Democrazia in tutto il mondo ma l’anomalia di una totale commistione fra potere informativo e televisivo e potere politico imprenditoriale resta una peculiarità italiana che ancora si tende a sottovalutare o ignorare. (Antonio Miredi)

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