martedì 19 agosto 2025

Sul filo dei giorni e della memoria- RACCONTI

Sul filo dei giorni si intrecciano istanti e ricordi, voci e silenzi. Ogni Racconto è un passo su questa corda tesa tra presente e memoria, dove il tempo non scorre in linea retta ma si avolge, ritorna, si perde, si ritrova. Tra ciò che è accaduto, cio che accade e ciòche può ancora accadere.
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UN FERRAGOSTO IN OSTERIA CON UN PITTORE E UN POETA: LORENZO MARIA BOTTARI E GUIDO OLDANI--------------------------------------------------------------------------------------------------------------di Antonio MirediI------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- A Torino a Ferragosto, la città semi deserta, il caldo africano e afoso, l'aria irrespirabile, i pochi amici lontani. Non potendo salire in montagna, né cercare refrigerio altrove, cerco una alternativa più a mia misura. Un ferragosto in compagnia di un pittore e un poeta. Il luogo, una osteria in aperta campagna, vicino Lodi, per una umana convivialità attorno a un tavolo e del buon cibo. Il pittore è Lorenzo Maria Bottari, con cui da trentacinque anni condivido un sodalizio artistico tra pittura e scrittura con progetti, mostre, eventi. Il poeta è Guido Oldani, conosciuto in occasione della mostra, alla storica Libreria Bocca di Milano dell'artista Bottari, attualmente ancora in corso, con dodici tele sui Mesi dell'Anno, ispirate a delle poesie inedite di Oldani. Mostra che alla sua inaugurazione ho presentato e che ha anticipato la prossima uscita del Calendario d'Arte 2026 di Lorenzo Maria Bottari. Tra una portata e l'altra, nel vociare allegro e nel via vai del personale di questa tipica locanda di campagna dal mangiare genuino e l'atmosfera familiare, Oldani non parla molto con le parole. Sono i suoi occhi a parlare: pieni di luce di una tenerezza che ha saputo conservare tracce di una vispa fanciullezza. La sua poesia, io credo, pur immersa in un realismo che sembra segnare il logoramento e l'entropia del quotidiano, non è priva di una scintilla vitale : l'ironia e il rovesciamento narrativo-surreale agiscono come un specie di energia che riscatterebbe il caos e lo sguardo disincantato della realtà. Dietro l'apparente “terminale” delle cose c'è sempre una curiosità viva, un cuore che osserva il mondo con stupore e leggerezza. Un gioco di nuvole così belle da sembrar finte nella tersa luce di un raro cielo azzurrino, il silenzio di pace di una campagna immersa nel verde a due passi dalla metropoli rumorosa e affollata.... Lorenzo Maria Bottari rompe il silenzio con l'irruenza e l'esuberanza tipica della sua accesa tavolozza pittorica. Alle parole fa seguire il gesto, come una improvvisata action painting: si fa dare un fazzoletto da ristorante e con poche matite colorate, stende segni rapidi. Il verde nasce stropicciando rametti di prezzemolo fresco, il rosso rubino sgorga dal vino da tavola versato, trasformandosi in chicchi d'uva. Così, con gesti rapidi e pochi tratti realizza un omaggio a Bacco e a Oldani, facendo della convivialità un atto d' Arte.
Io, tra loro due, osservo, ascolto, lascio cadere qualche domanda. Sono testimone ma anche protagonista a mio modo: con quella discrezione che mi appartiene e che sa aprirsi al racconto di un proprio vissuto in cui poesia e scrittura emergono come pratica e sguardo personale fin dalla mia adolescenza. Nella conversazione intercalo cultura sofisticata e cultura popolare. Non è ostentazione ma un modo per distinguere e far emergere i mondi diversi di ciascuno. Perché la vera ricchezza non nasce dall'uguale ma dall'incontro fra opposti, nel dialogo delle differenze. A un certo punto, chiedo a Oldani quali sono i suoi poeti del cuore. E, tra i poeti recenti, arriva il ricordo di Clemente Rebora. Un nome che illumina la tavola con la sua densità spirituale arrivata con la maturità e la vocazione al sacerdozio. Rimango sorpreso poi, quando accennando al mio cognome, fa notare che in Italia non vi sono altri casi di omonimia. Si, è un cognome unico, e velocemente lo ricollego al “romanzo di famiglia”. Ci si avvia verso l'uscita dal locale con un brindisi allegro esteso alla sala con una preziosa bottiglia che l'artista Bottari ha voluto personalmente portare da casa. Lorenzo Maria Bottari ha saputo, ancora una volta, catalizzare l'attenzione generale.
Il finale della giornata a pranzo è con una inattesa proposta di Guido Oldani, subito accolta, prima di riaccompagnarlo nella casa di Melegnano. Rendere omaggio a un eroe del nostro tempo, caduto nel silenzio, morto in una tragedia che in realtà è stato un incidente simulato, Enrico Mattei. Nella campagna fra Lodi e Pavia, un memoriale semplice e naturale lo ricorda. Un quadrilatero di alberi con all'interno tre querce quasi intrecciate tra loro. E' commovente trovarsi lì, respirare tra foglie viventi, senza la volgarità dei selfie, in un silenzio che custodisce rispetto e memoria. La nostra presenza silenziosa diventa un abbraccio poetico a questo monumento naturale, così diverso dai sacrari retorici dove si glorifica la formula astratta “Dio Patria Famiglia”. Parlare di Mattei significa ricordare come il nostro Paese, sconfitto nella Seconda Guerra mondiale, sia rimasta una nazione a sovranità limitata. La presenza della mafia e dei servizi segreti di area occidentale, soprattutto americana, a lungo hanno ostacolato ogni tentativo di autonomia politica ed economica. Per Mattei, il sogno di un'indipendenza italiana fondata sul petrolio diventa fatale. La sua morte si lega, in un filo oscuro, forse a quella di Pier Paolo Pasolini, che nel suo ultimo e controverso romanzo – non a caso intitolato “Petrolio”- denuncia corruzioni, scandali e stragi che hanno insanguinato il nostro povero Paese. Così noi tre, in silenzio, sentiamo di condividere qualcosa che va oltre la poesia e la pittura: un atto di memoria viva, un omaggio e insieme un atto di resistenza contro l'oblio. (Antonio Miredi)
Memoriala Enrico Mattei (Foto a.m.))

martedì 5 agosto 2025

ALLA STORICA LIBRERIA BOCCA LA MOSTRA DI LORENZO MARIA BOTTARI ISPIRATA ALLA POESIA DI GUIDO OLDANI

Un intreccio di celebrazioni alla storica libreria Boca di Milano: La celebrazione con annullo filatelico dei 250 anni della libreria, la mostra con le tele di Lorenzo Maria Bottari intitolata I Dodici mesi, ispirate ai versi inediti di Guido Oldani, ideatore del Realismo Terminale, movimento poetico al suo quindicesimo anno di attività e presenza. Anteprima di un calendario d'arte 2026 di prossima uscita, che vede in dialogo dialettico pittura e poesia. Le tele rimarranno in esposizione fino a tutto agosto 2025.
(Foto a.m.)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- UN DIALETTICO DIALOGO TRA PITTURA E POESIA NELLA DIMENSIONE DEL CUORE IN UNO SPAZIO RICCO DI MEMORIA E ARTE---------------------------------------------------------------------------------------------------di Antonio Miredi---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Nel cuore battente di Milano, sotto la volta ottocentesca della Galleria Vittorio Emanuele, c'è una soglia che somiglia più a un passaggio d'anima che a un negozio di libri: la Libreria Bocca. Fondata a Torino nel 1775 - ma su questa data Giorgio Lodetti continua a indagare con una appassionante ricerca storico-filologica - in quell'humus che fu culla di riforme illuministe e fervore tipografico. Un luogo in cu si vivono eventi, incontri e mostre. In corso la mostra con le tele dell'artista Lorenzo Maria Bottari, ispirate alle poesie inedite di Guido Oldani. La mostra intitolala I dodici mesi si dispiega come un rito visivo di una anteprima, il Calendario d'Arte 2026 di prossima uscita. A confronto due poetiche diverse: Bottari riscrive la realtà attraverso una immaginazione mitica, debordante, sensuale e onirica, Oldani al contario ha una scrittura affilata, asciutta pronta a ribaltare la metafora smascherando il degrado sociale che viviamo. Come è stao possibile allora questo dialogo? Attraverso un costante e fedele confronto nel tempo cementato da stima e rispetto. Ci sono incontri che sembrano destinati a incontrarsi. Non per una forzatura, non per una decisione calata dall'alto ma perché entrambi aprono un varco nella propria visione d'arte. Il Calendario 2026, annunciato in anteprima alla inaugurazione della Mosta, nasce da uno di questi incontri e confronti Da una parte GUIDO Oldani, poeta del realismo terminale, che da anni scava nella materia del quotidiano – non per esaltarla, ma per smascherarla. La sua parola è una lama ferma che taglia i detriti della realtà contemporanea: gli oggetti, la pubblicità, il consumo, il linguaggio che ci manipola. La sua poesia non canta: evidenzia, interroga, espone. Eppure, proprio lì – nella cruda evidenza delle cose – si apre uno spiraglio. Il verso si fa etico, civile, ma senza retorica. È una voce che ci obbliga a vedere. Dall’altra parte Lorenzo Maria Bottari, pittore visionario e cosmopolita, che agisce invece per espansione del visibile. Bottari non teme il colore, l’intensità, il sogno, il simbolo. La sua pittura è un flusso che trabocca: le figure, gli oggetti, le presenze oniriche che abitano le sue tele, sembrano venire da un territorio antico che modernamente però ci riguarda. Se Oldani taglia il reale, Bottari lo dilata. Se Oldani smaschera, Bottari trasfigura. Eppure, nel calendario, si incontrano. Perché un calendario è un tempo da abitare, una mappa su cui imprimere segni, visioni, parole. In queste dodici tappe, poesia e pittura non si spiegano, non si illustrano: si ascoltano. In un’epoca in cui tutto passa in fretta, un calendario resiste per un tempo che ci chiede di restare. Di guardarci intorno con più coscienza, e forse anche con più sogno. Due artisti, due sguardi. Dodici mesi per imparare a vedere in maniera nuova con la mente e col cuore. ( Antonio Miredi)
GUIDO OLDANI (Foro Antonio Miredi)
Lorenzo Maria Bottari e Giorgio Lodetti
Debora Bottari mentre legge una poesia del poeta Guido Oldani (Foto a.m.)
Un angolo della Libreria Bocca coni quadretti dell'artista Anna Laura Cantone (foto Antonio Miredi)

mercoledì 4 giugno 2025

EUTERPE Il mondo della musica e del canto

Recensioni, segnalazioni, interviste, storie
DUE CORI IN SCENA , UN UNICO RESPIRO ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------di ANTONIO MIREDI---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- "Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni." Parola di Shakespeare, e verità che si è fatta corpo e suono, almeno per una sera. In un giardino simbolico, tra le pareti antiche e affrescate — superstiti e silenziose di un convento ora aula magna del Dipartimento di Biologia dell’Università di Torino. Non uno spettacolo ma un rito della Musica. Una celebrazione, quasi sacra, del legame profondo tra parola e musica. Shakespeare in the Garden — Due cori, VocinCanto e INCONTROCANTO due tempi distinti. Prima si sono alternati, come se si passassero il testimone di un canto antico e necessario. Poi, solo nel finale, si sono intrecciati in un inno comune, dove le voci si sollevavano a formare un’unica voce plurale. Da un lato, la parola teatrale di Shakespeare, che trovava nuova vita nella coralità; dall’altro, la musica di un compositore vivente, Andrew Ardizzoia, presente tra il pubblico in occasione della prima assoluta in Italia. La sua partitura si è fusa con lo spazio e con i corpi, come se avesse sempre atteso quel momento per nascere davvero. La musica così impalpabile nel suo manifestarsi all'ascolto è pur sempre la rappresentazione della partecipazione del corpo di chi canta e chi suona. Essere davanti è allora entrare in questa corale rappresentazione in cui le mani trascendono il gesto.
Le mani lievi e fondamentali del maestro, Pietro Mussino che non dirigeva soltanto: accarezzava lo spirito musicale, accompagnando parola e suono come un pittore che tocca la tela per ascoltarla. Le mani intense e leggere della pianista, Giorgia Talarico capaci di dare luce alla melodia come dita immerse in acqua viva. Le mani dell’attore Simone Ricci — folletto uscito da La Tempesta — che faceva danzare la parola liberandola come un soffio antico. E le mani umili dei coristi, che reggevano lo spartito: mani-sostegno, mani-ponte, mani che sanno restare invisibili perché tutto possa emergere. In quella sala affrescata, tra biologia e poesia, la bellezza della creazione ha respirato oltre il tempo. E il sogno, per un momento, si è svegliato reale. (Antonio Miredi)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Torino, 24 maggio2025---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Shakespeare in the Garden Un florilegio di Musica e Poesia Coro Femmnile VocinCanto e Coro INCONTROCANTO
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martedì 3 giugno 2025

ARCHIVISSIMA 2025 – A Torino il patrimonio della memoria e della conoscenza come uno spettacolo

Al suo decimo anno, un Festival unico in Italia e in Europa. Dal 5 all'8 giugno 2025, Torino ospita la promozione e valorizzazione dei patrimoni archivistici da vivere come una Festa
C’è un cuore di memoria che batte nascosto nelle città: il patrimonio invisibile archivistico. E per quattro giorni, dal 5 all’8 giugno, Torino gli spalanca le porte con Archivissima, l’unico festival in Europa interamente dedicato alla vita nascosta della memoria. Non una rassegna per addetti ai lavori, ma una festa vera e propria. E come ogni festa ben riuscita, ci sarà da muoversi, scoprire... Questa edizione, la decima, ha un titolo che più attuale non si può: Dalla parte del futuro. Perché gli archivi non sono vecchi scatoloni polverosi. Sono sentinelle. Lì dentro c’è tutto ciò che ci ha fatto diventare chi siamo. E – sorpresa – molto di quello che potremmo ancora essere.--- La notte che accende il tempo--------------------------------------------------------- Il cuore del festival è la Notte degli Archivi, venerdì 6 giugno. Una notte bianca non di vetrine, ma di racconti. Scrittori, storici, artisti, archivi grandi e minuscoli, tutti insieme per una notte di luci accese sul passato che sa parlare al presente. Fra chi partecipa, anche Giulia Caminito con un testo inedito: un segno, forse, che la letteratura ha ancora molto da imparare dalla polvere giusta....... Il teatro si racconta--------- Ci sono luoghi, come il Centro Studi del Teatro Stabile, dove la memoria non sta ferma. “Corpus – Fare memoria” è il titolo scelto per l’esperienza immersiva tra copioni, locandine, immagini e segreti di scena. Non è solo uno sguardo sul teatro torinese, è una specie di danza tra i corpi del tempo. Chi ama il palcoscenico saprà riconoscere in quelle carte qualcosa di vivo.------- Giovani sguardi, nuove rotta------- C’è poi il concorso per le scuole, altra perla del festival: un modo per dare voce a chi il futuro lo porterà davvero nel nome. L’archivio visto dagli occhi degli studenti diventa una mappa immaginaria per orientarsi nei giorni che verranno. E la promessa è quella di una pubblicazione collettiva: gesto semplice, ma potente. Un viaggio senza biglietto----- Archivissima è tutto gratuito. Basta il desiderio di esplorare. Le sedi sono sparse per la città: dalle Gallerie d’Italia al Polo del ’900, dalla Mediateca RAI al Circolo dei Lettori, passando per il Museo del Cinema. Ognuna racconta a modo suo una sfumatura diversa di questa grande conversazione fra tempo e forma, voce e custodia. A leggere con le dita, a capire con gli occhi. E, forse, a ricordare che il futuro comincia proprio dove meno ce lo aspettiamo: dentro un percorso di memoria rimasta lì, ad aspettarci. Forse non ci serve una macchina del tempo. Forse basta entrare in un archivio. Camminarci dentro, lasciarsi guardare dai documenti, ascoltare le voci di chi è passato prima di noi. È così che si impara a camminare nel futuro. (Antonio Miredi)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- INFO: https://www.archivissima.it/it

lunedì 2 giugno 2025

Al via il 28° Festival CinemAmbiente a Torino

Dal 5 al 10 giugno il cinema torna a interrogare la Terra. Clima, biodiversità e geopolitica al centro di un’edizione che intreccia urgenza, visione e bellezza.
TORINO RESPIRA IL MONDO------------------------------------ C’è un tempo in cui Torino si mette in ascolto della Terra. Sei giorni per dilatare lo sguardo e le coscienze. Dal 5 al 10 giugno ritorna il Festival CinemAmbiente, giunto alla sua 28ª edizione. Un appuntamento ormai essenziale per chi crede che il Cinema non sia solo narrazione, ma anche testimonianza e azione civile. Settantasette film da ventisei Paesi e cinque continenti — è questo il mondo che arriva sotto la Mole, in immagini che non chiedono solo di essere guardate, ma vissute, comprese, discusse. Tre le grandi direttrici tematiche di quest’anno: crisi climatica, perdita di biodiversità, e una geopolitica dell’ambiente sempre più intrecciata con conflitti, migrazioni e nuove forme di potere. Accanto ai documentari in concorso e alla sezione “Made in Italy”, spazio anche a proiezioni all’aperto, mostre fotografiche, incontri con registi, attivisti, scienziati. Tra questi, spiccano l’inaugurazione con il fotografo Gideon Mendel (Drowning World), la “CinemAmbiente Night” ai Murazzi e l’omaggio sonoro ai fondali marini con Wonders of the Sea del 1922, musicato dal vivo dai Perturbazione. CinemAmbiente non consola, ma semina inquietudine e possibilità. Anche quest’anno, Torino accoglie il mondo nella sua forma più fragile e più vera: quella di un equilibrio da ritrovare, in cui arte, conoscenza e responsabilità possano ancora tenersi per mano. (Antonio Miredi)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Informazioni più dettgliate con il programa completo: https://www.festivalcinemambiente.it/it/28-festival-cinemambiente/programma/32/

mercoledì 28 maggio 2025

LUCI. SCENA. TEATRO

Una rubrica dedicata a tutto ciò che accade dal vivo, là dove il gesto, la parola e il corpo si fanno arte in presenza. Uno spazio per raccontare spettacoli, condividere impressioni, svelare dietro le quinte, incontrare chi il teatro lo fa, lo reinventa, lo abita. Recensioni, interviste, riflessioni, anticipazioni. Non una cronaca, ma uno sguardo. Non solo giudizi, ma risonanze. Perché ogni spettacolo – anche il più piccolo – accende un frammento di verità, illumina il tempo, trasforma chi guarda. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
SIBALDI SOTTO IL RIFLETTORE MA PINOCCHIO SFUGGE ANCORA -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Domenica pomeriggio, Torino. Caldo estivo, la città piena di eventi, eppure il CineTeatro Baretti è gremito. Tutto esaurito. Biglietto a 20 euro. Merito di Sibaldi o di Pinocchio?, verrebbe da chiedersi. Forse di entrambi. Sibaldi, voce pacata e con sospensioni d'attesa, sale sul palco sotto la luce di un riflettore. Seduto tiene la scena con un’intelligenza seduttiva. Parla di Pinocchio, ma in fondo sta parlando anche di sé e del suo modo di leggere il mondo: con ironia, allusione, sincretismo. Inizia con un aneddoto: il suo incontro con la più importante pinocchiologa italiana (senza farne il nome) a cui ha rivolto una domanda insolita — «Che rapporto ha Pinocchio con la virilità?». La studiosa, racconta, non ha colto l’allusione, nemmeno quando lui ha accennato all’allungamento del naso; forse non vuole o non sa rispondere Il pubblico ride. È un inizio saporito. Ma presto si avverte che molti dei riferimenti, delle letture, delle chiavi simboliche che Sibaldi offre sono già noti a chi conosce il Pinocchio nelle sue stratificazioni più profonde: da don Giussani al cardinale Biffi, da Elémire Zolla a interpretazioni teosofiche, psicoanalitiche, teologiche. La sua abilità, indiscutibile, consiste nel sincretismo narrativo: fonde suggestioni disparate e le restituisce con empatia, come un eretico affabulatore . È efficace, suggestivo. Ma non sorprende chi, per affinità di cuore e lunga consuetudine, ha con il burattino un rapporto di intimo studio e diletto. In questo senso il paradosso è evidente: da un lato Sibaldi invita a diffidare degli esperti, a fuggire il dogma e l’autorità; dall’altro, finisce per proporre — con tono mite ma autorevole — una propria verità iniziatica, che affascina il pubblico come fosse l’ultima rivelazione. Si predica il sapere di non sapere eppure finisce per offrire una sua gnosi, un sapere privilegiato da iniziati. Quando prova a raccontare la vita di Collodi, inscindibile con la sua favola, si allude ma poi non spiega. Rasentando il pettegolezzo, ricorda la scelta del fratello di distruggere le lettere giudicate compromettenti per molte donne della buona società fiorentina per affermare: “ Non è proprio così, a Collodi le donne non interessavano!” Un tono così perentorio non può essere lasciato nell'aria in maniera vaga. Un pubblico attentissimo, va detto, partecipe e silenzioso per due ore di fila. Così assorto da non disturbare nemmeno il cane in platea, che — in un teatrale paradosso — si comporta da spettatore perfetto. Forse è proprio questa la chiave del suo successo: una combinazione di voce suadente, atmosfera oracolare, sapere sincretico e leggerezza ben dosata. Una formula che nel tempo, tra libri, corsi, social, video e conferenze, ha creato un pubblico fedele: affascinato più dallo stile con cui si dice che dal contenuto stesso di ciò che si dice? E che infondo non emerga una idea del tutto originale, Sibaldi lo evidenzia toccando l’ultima scena del romanzo-favola. Parla del momento in cui Pinocchio, ormai bambino, guarda il burattino inerte e dice: «Com’ero buffo!» Si sofferma sull’aggettivo, ne apprezza la grazia, ma non va oltre. Non sembra cogliere che lì, proprio alla fine, Collodi compie un gesto sapiente e decisivo. Non una nuva e ultima metamorfosi, ma uno sdoppiamento. Non c’è un Pinocchio nuovo che ha abbandonato il vecchio: c’è una coscienza che si volge indietro e osserva il proprio doppio, che resta lì, visibile, inerte, ma non morto. Il legno non muore. Pinocchio non si “completa”. Resta in soglia, sospeso tra ciò che era e ciò che finge di essere. La favola non si chiude: finge di chiudersi. E, in quel finto lieto fine, brilla l’astuzia dell’autore. Chi conosce Pinocchio profondamente, senza volerlo ridurre a verità iniziatica o a parabola morale, sa che non si lascia afferrare una volta per tutte. È sempre un oltre e un altrove. Alla fine Sibaldi, per niente stanco- potrebbe continuare a parlare se non ci fosse un altro Pinocchio pronto a salire sulla scena come spettacolo di varietà- accoglie il pieno meritato applauso della sala gremita. È questo il suo gioco – il suo mistero narrativo sventolato con le parole leggere e le parole profonde. (Antonio Miredi) ---------------------------- --------------------------------------------------------------- Torino, CineTeatro Baretti. 1° giugno 2025-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------PINOCCHIO! IGOR SIBALDI- Evento speciale a chiusura del Torino Fringe Festival
Igor Sibaldi in attesa di salire sul palco per la Conferenza si Pinocchio (Foto ©a.m.)---------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------------
Dal cilindro di Flavio Albanese, Pinocchio con una e più voci -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Un solo attore, tante metamorfosi. È così che Flavio Albanese porta in scena Pinocchio al Teatro Baretti di Torino, per il Torino Fringe Festival: un'immersione scoppiettante di trovate dentro la favola immortale, rivisitata con la gioia del teatro di varietà, del mimo, dell’improvvisazione e della grande tradizione attoriale italiana. Accanto a lui – o meglio con lui – un bellissimo burattino in legno snodabile, ricavato da un manichino, opera di un mascheraio sapiente: un Pinocchio lunare, metafisico, quasi un doppio silenzioso, che accompagna il trasformismo vulcanico dell’attore. Il burattino diventa specchio, complice, alter ego muto ma eloquente. E il teatrino stesso si fa personaggio, diventando teatro nel teatro, scena nella scena. Albanese si fa corpo unico con la Favola, ma anche con il pubblico. È trasformista, , gigione, istrionico. Cade e si rialza con la lingua: dialetti, cadenze, inflessioni che giocano con l’italiano, lo deformano, lo accarezzano. Non mancano frecciatine politiche, ironia affilata, una sottile e tenera autoironia. Avendo imparato bene la lezione del Burattino, parte da Collodi e se ne discosta. Non cerca sperimentazioni ardite, analisi sofisticate, nuove interpretazioni, ce ne sono già abbastanza attorno a Pinocchio, e tante volte anche arbitrarie. I personaggi? Indimenticabili, come li abbiamo amati nel libro di Collodi, ma riproposti in maniera divertente e divertita con il tocco libero dell' invenzione: – Il Grillo Parlante ha la voce inconfondibile e fantasmagorica di Carmelo Bene. – Il Gatto e la Volpe sono due compari irresistibili: il primo parla un napoletano scaltro e viscerale, il secondo un milanese lustrato e berlusconiano. C'è posto anche per le maschere italiane indimenticabili come quella con la mimica facciale e del corpo di Totò La scena vive anche di improvvisazione: Albanese interagisce col pubblico, scarta dal copione, gioca con il momento. È lì, nel respiro vivo della sala, che la Favola rinasce. E come una carezza lieve, aleggia la musica dolce e malinconica di Fiorenzo Carpi: accompagna le trasformazioni, le nostalgie, lo sberleffo, senza mai forzare. Il finale? È il lieto fine della favola, sì, ma non chiude il racconto fisicamente dispiegato. Perché la meraviglia – o, meglio, la “maraviglia” collodiana – non si esaurisce, continua a vivere nello sguardo dello spettatore che esce dal teatro con un sorriso e un piccolo incanto in tasca. ANTONIO MIREDI---------------- -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Torino, Cineteatro Baretti, 27 maggio 2025----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- LE AVVENTURE DI PINOCCHIO raccontate da lui medesimo IL GRANDE VARIETÀ DI PINOCCHIO per piano; attore e burattino. diretto e interpretato da Flavio Albanese, al pianoforte M°Roberto Vacca, collaborazione artistica Marinella Anaclerio, musiche di Fiorenzo Carpi / a cura di Giulio Luciani, voce della fatina Cristina Spina disegno luci Mattia Vigo scenografia Iole Cilento, burattino gigante Renzo Antonello, maschera asinello Luigia Bressan (Sopra e sotto Photo Courtesy Torino Fringe Festival- © Vanessa Callea)
.(Foto ©a.m.) ---------------------------------------
Pinocchio dietro le quinte a spettacolo finito (Foto ©Antonio Miredi)

martedì 27 maggio 2025

Generazioni sospese: il Festival dell’Economia indaga il presente che cambia volto

Torino accoglie il Festival dell’Economia: non solo numeri, ma corpi e menti del nostro tempo. Dal 30 maggio al 2 giugno, Torino torna ad essere crocevia di sguardi sul mondo. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- PENSARE IL FUTURO A PARTIRE DA CHI LO ABITETERA'--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Non si parlerà solo di PIL o mercati finanziari, ma di ciò che l’economia spesso trascura: le persone, le relazioni, i desideri delle nuove generazioni. È questa la direzione scelta dal Festival Internazionale dell’Economia, giunto alla sua quarta edizione sotto la curatela di Editori Laterza. Diretto scientificamente da Tito Boeri e ospitato negli spazi più vitali della città – dal Collegio Carlo Alberto ad altri luoghi sparsi per la città, – il festival si distingue per un’impostazione ampia, multidisciplinare, in dialogo aperto con la sociologia, la psicologia, la demografia e la cultura. Il tema del 2025, “Le nuove generazioni del mondo”, non è uno slogan: è una chiamata a pensare il presente come tempo di passaggio, fragile e fertile insieme. Si parlerà di giovani che non studiano né lavorano (i NEET), di denatalità e invecchiamento, di identità fluide, salute mentale e futuro del lavoro. Non un’analisi dall’alto, ma uno scavo nella complessità, per capire dove stiamo andando – e con chi. Fra i relatori, premi Nobel come Paul Krugman e Michael Spence, ma anche figure che riflettono sulla soggettività e l’immaginario: Massimo Recalcati, Chiara Saraceno, Matteo Lancini. La sfida è quella di unire rigore e divulgazione, numeri e storie, teoria e vissuto. La differenza rispetto al più longevo Festival dell’Economia di Trento – con cui, fino al 2021, Torino condivideva l’organizzazione – è evidente: se Trento conserva un’impronta più economico-finanziaria, Torino punta sull’intreccio tra saperi, con l’intento di rimettere la società al centro del dibattito. Non è solo una questione di format, ma di visione. Mentre le trasformazioni globali accelerano, il Festival torinese sembra voler rallentare il pensiero, riflettere con calma e profondità su cosa significhi oggi crescere, scegliere, abitare un mondo che cambia. Perché senza ascoltare chi erediterà il futuro, ogni discorso sull’economia rischia di restare senza voce. (Antonio Miredi)

venerdì 23 maggio 2025

ERATO: LO SCAFFALE DEI LIBRI DI POESIA

Novità editoriali, riproposte di classici, titoli dimenticati, scelti e ripescati dal mare dei versi come un tesoro laterale, naufragato, sommerso.
ERATO IN ESILIO di Antonio Miredi----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nel tempo della velocità e della distrazione, la poesia è una forma di resistenza. In un mondo che confonde il rumore con la comunicazione, lo spettacolo con la celebrazione, le luci del successo con il rito sacrale, con Erato – Musa del canto poetico e della parola ispirata – la poesia torna a farsi viva nelle evocazioni, illuminazioni, negli enigmi, negli echi, nelle fenditure, delle bianche pagine della carta. Non offre risposte, apre spazi. Non urla, trattiene. Non consuma , crea. In un presente disumanizzato, tecnologico e frenetico, la voce poetica è un approdo, un atto di libertà, una possibilità di bellezza. Questo scaffale dedicato solo ai libri di poesia. intende darle ascolto, per raccoglierne i lampi, e per custodire – nella fragile e nobilissima lingua dei versi – ciò che ancora ci rende umani. (Antonio Miredo)
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Il libro di poesia più importante del Novecento italiano, la cui prima edizione, cento anni fa, fu pubblicata da un giovane editore e politico, intransigente e rivoluzionario liberale di nome Piero Gobetti!

martedì 20 maggio 2025

AVVISTAMENTI: Arte, Letteratura, Musica, Cinema, Teatro...

- Appuntamenti annotati e scelti con la particolare cura dell'attenzione. La cultura e la società da vivere nella consapevolezza civile e nella letizia della bellezza” —
(©A.M)------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ci sono segnali che appaiono all’orizzonte come vele lontane, come presenze da riconoscere, come inviti a non perdere l’essenziale. AVVISTAMENTI è una rubrica che nasce per intercettare questi segnali: mostre, libri, concerti, spettacoli, parole, pensieri, gesti, incontri che meritano attenzione. Non una rassegna completa, ma uno sguardo personale e partecipe, orientato dalla cura, dalla passione civile e da una vocazione poetica. Qui troverai appuntamenti da vivere, pensieri da approfondire, eventi da seguire o semplicemente intuizioni da tenere a mente. Ogni avvistamento sarà un invito alla consapevolezza, al piacere dello sguardo attento, alla gioia del conoscere. Perché anche nella confusione del presente, la bellezza continua ad accadere — basta saperla vedere, basta volerla vivere. (Antonio Miredi) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il mito classico di Sisifo, la sua condanna come coazione a ripetere, diventa metafora della insensatezza della vita ispirando sette storie. L'antropologo narratore Marco Pollarolo le presenta all'Acquario Studio in via ormea 2E di Torino
Suggestioni d'Arte di Mariella Difonzo, Serenella Zanellati, Marco Granni e Stefano Salonia negli spazi di Maria Luisa Ragana a Torino in via Mazzini 46B dal 7 novembre a 7 dicembre2025. Cura la Mostra Susanna Medda.
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LE FIGURINE DI BEPPE ATTINI ALLA LIBRERIA COMUNARDI ---------------------------------------------Grande curiosità per le nuove figure ricreate dall'estro prodigioso dell'artista Giueseppe Attini, figurativamente sempre fedele al suo tratto neogotio ma anche attento ai cambiamenti e ai nuovi scenari del nostro tempo, presentate giovedi 16 ottobre 2025 con un Album alla Libreria Comunardi di Torino, in via Francesco da Paola 6. Diabolik, Superman, Corto Maltese a altri eroi e superoi del nostro immaginario riproposti in una forma fuori i canoni estetici classici. A dialogare con l'artista Dino Aloi. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Alla maniera di un trittico di un quadro in tre parti, tre cori distinti con i relativi Direttori, celebrano la magia della musica e delle voci. Un evento il 22 giugno nella Chiesa Santa Maria in Borgo vecchio ad Avigliana, alle porte di Torino che si appresta a festeggiare il 24 San Giovanni. ( I nomi e le informazioni sulle due locandine sopra e sotto)
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SHE BERGMAN o la costruzione di un amore------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Mercoledì 18 e giovedì 19 giugno alle ore 20 l'Accademia Teatrale Mario Brusa presenta il saggio finale del CORSO BASE DUE. In contemporanea dal vivo l'artista cantante musicista Sergio Prete si esprimerà disegnando come in una mobile scenografia ----------------------------------------------------------------------------------------------------
L'inaugurazione di una nuova mostra e di una nuova sede per Dr Fake Cabinet, la Galleria torinese che coniuga provocazione artistica e ironia, creatività e intelligenza, indignazione sociale e civile e nuova scrittura della bellezza, e sempre in tendenza con le nuove frontiere dell'Arte------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- DR Fake Cabinet Via Giuseppe Barbaroux 25 Torino Interno cortile Info: dr.fake.cabinet@gmail.com Tel. +39 338 167 29 86 +39 320 824 00 04 Dal martedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e su appuntamento .....................................................................................................................................
Traspirazioni sonore. Il potere raffrescante dei suoni e degli alberi------------------------------ All'Orto Botanico dell’Università di Torino (Parco del Valentino, Viale Pier Andrea Mattioli 25), inaugurazione alle ore 18, delle installazioni sensoriali Food Jam Session e Traspirazioni sonore proposte dall’Università di Torino in collaborazione con il Festival CinemAmbiente e ideate da Vincnnzo Guarnieri. Un affascinante intreccio di esperienza dei sensi tra Botanica, Neuroscienza e Arte. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Cristina Converso, A radici nude, Libreria Claudiana, giovedi 29 maggio 2025. Un romanzo ambientale dove le storie come radici si intrecciano in quel posto ricco di voci antiche e magiche che è la Valle di Susa.---------------------------------------------------------------------------------------------- In un quartiere torinese multireligioso e multietnico ( Chiese Cattoliche, Tempio Valdese, Sinagoga ebraica, Moschea) la Libreria Claudiana di via Principe Tommso 1, è un luogo frai i più attivi di inclusione, consapevolezza civica, tolleranza religiosa, questioni di genere, attenzione all'ambiente e forme di qualità fisica e spirituale della vita. E le occasioni arrivano attraverso i libri presentati. --------------------------------------------------
Jan Van Eyck e le miniature come una delicata epifania---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Una occasione unica per ammirare, conoscere e approfondire la delicata bellezza di antichi codici miniati, incunaboli, fogli e miniature realizzati tra il XIII e il XVI secolo e raramente esposti.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Van Eyck e le miniature rivelate Palazzo Madama, Torino, 23 Maggio 2025 - 8 Settembre 2025-------------------------Tutte le informazioni più dettagliate:  https://www.palazzomadamatorino.it/it/ -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------...............................................................
Meriggiare pallido e assorto 100 anni di Ossi di seppia--Le poesie del premio Nobel Eugenio Montale si fanno fotografia e diventano 100 immagini contemporanee. Incontro con Alessandro Ferraro, Paolo Verri e i fotografi del progetto. Unione Culturale F. Antonicelli, Via Cesare Battisti, 4 Torino- (Giovedì 29 maggio 2025.) Ore 18:30. Ingresso libeo--In collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori ---------------------------------------------------------------------------------
Hamlet di Ambroise Thomas, Opera poco rappresentata in Italia, a Torino dopo 25 anni, con un allestimento inedito del Teatro Regio, con la regia di Jacopo Spirei, la direzione di Jérémie Rhorer, visivamente suggestivo. Bellissime le voci , il coro e l'orchestrazione. Un pubblico entusiasta e una critica favorevolmente sorpresa------ L'ultima replica da non perdere il 27 gennaio 2025------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Info: https://www.teatroregio.torino.it/ ----------------------------------------------------
𝗟𝗘 𝗔𝗩𝗩𝗘𝗡𝗧𝗨𝗥𝗘 𝗗𝗜 𝗣𝗜𝗡𝗢𝗖𝗖𝗛𝗜𝗢 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮 𝗹𝘂𝗶 𝗺𝗲𝗱𝗲𝘀𝗶𝗺𝗼---- L'eterno Burattino è sempre in movimento e continua a debordare tra i Libri, la Musica, il Cinema e il Teatro - Accarezzati dalle note della celebre musica che Fiorenzo Carpi scritte per il film-TV di Comencini bambini e adulti si lasceranno ancora una volta sorprendere da una favola che ci riporta alle origini.---- 𝘐𝘭 𝘨𝘳𝘢𝘯 𝘷𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘗𝘪𝘯𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦, 𝘢𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘣𝘶𝘳𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘰 di e con Flavio Albanese------informazioni https://www.tofringe.it/events-location/cine-teatro-baretti/-----------------------------------------------------------------
Shakespeare in the Garden – Florilegio di Musica e Poesia------------------------------------------------------------------------------------------------------------- In un Tempio di liturgia religiosa, si apre un giardino di versi e armonie dove la parola di Shakespeare risuona, vibra, si fa corpo e respiro. Due cori, Incontrocanto e VocinCanto, diretti dal Maestro Pietro Mussino, si intrecciano come rami vivi e le voci si fondono in un canto che attraversa il tempo e lo supera.
San Salvario ha un cuore verde-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nel primo quartire multireliogioso e multietnico di Torino il suo cuore verde si espande occupando soprattutto Corso Marconi, il suo viale più centrale pedonalizzato. Una festa non solo del Verde con libri, musica, interventi, installazioni, come semi lanciati nella consapevolezza civile di una condivisa idea di creativa bellezza
A cura dell'Associazione culturale Giardino Forbito e della Biblioteca civica Natalia Ginsburg per PIANTE E DONNE PIONIERE, Antonella Giani in dialogo con l'artista Raffaella Brusaglino.
Sergio Prete — partito dall’Orto Botanico, con la fisarmonica a tracolla — ha percorso il viale di corso Marconi cantando. Canzoni piemontesi, canti di protesta sociale, Bella ciao che risuona come un'eco di resistenza sempre viva. Sembrava un Grillo canterino, di verde vestito, che ha smesso di far la morale a Pinocchio. Chi è Sergio Prete? Un artista che sfugge alle definizioni: pittore, scenografo, tappezziere, musicista, attore, cantante. E qui, come se non bastasse, anche menestrello di quartiere. Un Proteo cittadino, gentile e sfasato, scollegato (per scelta?) dal ritmo consueto del mondo, eppure entusiasticamente presente a portare gioia di vita, malgrado tutto.(Foto ©a.m.) --------------------------------------------------------------
Un romanzo che è tre romanzi che sono una città-------Dopo il Salone del Libro che ha visto l’Olanda protagonista, Romanzo olandese di Magliani riproposto in Cooperativa Borgo Po e Decoratori di Torino. Uno sguardo narrativo che si muove lungo i canali della memoria.