Testo di Antonio Miredi
Accade che la morte di un artista serva a rilanciare la sua figura e questo rilancio di attenzione si rivela una riscoperta con il riscontro di una maggiore vendita delle opere. Nel caso dei cantani il risultato è una postuma scalata nelle vendite discografiche. Anche l'improvvisa morte di Lucio Dalla ha significato una nuova "riscoperta" popolarità del geniale e sperimentale cantautore bolognese, dimostrata dal ritorno di Dalla in vetta alla classifica italiana degli album più venduti con ben otto suoi titoli.
La popolarità delle sue canzoni è riemersa tra le diverse generazioni che hanno accompagnato il successo commerciale di Lucio con ricordi e situazioni legate a una colonna sonora lunga cinquant'anni.
Accanto alla popolarità inevitabilmente commerciale, Lucio ha sempre coltivato anche una vena artistica sempre nuova, originale, aperta alle sperimentazioni di ogni tipo, anche linguistiche oltre che sonore. E lo ha fatto avvalendosi anche di poeti raffinati e colti come Roberto Roversi che firmò per lui tre Album negli anni settanta. Il primo di questi Album si chiude con una breve canzone, bella e misteriosa, intitolata "La canzone di Orlando".
Il titolo e il contesto alludano chiaramente alla morte del leggendario paladino francese di Carlo Magno, ucciso in un agguato e con accanto l'arco, la freccia, la spada, il cavallo... La prova di una ricerca musicale che apre un'avventura artistica, umana, spirituale, filologica...Si perchè il testo resta sibillino. Chi è e a cosa rimanda "Anser anser che va..."?
E se l'Orlando fosse un criptico romanzesco rimando al personaggio immortalato da Virginia Wolf?
L'"Orlando" della scrittrice innglese si chiude proprio con il famoso grido di Orlando, nell'ultima pagina del romanzo: "E' l'oca! L'oca selvatica.." Il nome dell'oca selvatica è anser anser...D'altro canto, il piumaggio di questi ucelli veniva usato per costruire dardi, frecce per gli archi dei cavalieri medievali. E torniamo così alla cornice letteraria di un viaggio poetico-sacrale...
Antonio Miredi
Illustrazione di anser anser (l'oca selvatica)
Oca selvatica in volo
La morte di Orlando in una miniatura di Jean Fouquet (XV sec)
"Se tutti i monti fossero seminati a grano,
se i cavalli in branco ritornassero al piano,
volando tra erbe e fiori,
io raccontando i miei amori avrei ancora vent'anni.
Anser anser che và.
Ma nevica sulla mia mano
e il mio cavallo è ormai lontano,
notte e nebbia negli occhi,
il ferro sui miei ginocchi,
arco e freccia non scocchi.
Anser anser che và.
Acqua di luce alla foce,
con una corsa veloce,
bagnami con un sorriso solo.
Se i monti sono foreste e le strade nelle ,
io mi fermerò in volo.
E potrò raccontare la mia vita passata e ti saprò aspettare.
Anser anser che và
Tu, luce che vai alla foce
Con una corsa veloce,
Bagnami con un riso solo;
Se i monti sono foreste
E le strade nelle tempeste
Io mi fermerò nel volo:
E potrò raccontare
La mia vita passata
E ti saprò aspettare.
Anser anser che va.
(Roberto Roversi )
se i cavalli in branco ritornassero al piano,
volando tra erbe e fiori,
io raccontando i miei amori avrei ancora vent'anni.
Anser anser che và.
Ma nevica sulla mia mano
e il mio cavallo è ormai lontano,
notte e nebbia negli occhi,
il ferro sui miei ginocchi,
arco e freccia non scocchi.
Anser anser che và.
Acqua di luce alla foce,
con una corsa veloce,
bagnami con un sorriso solo.
Se i monti sono foreste e le strade nelle ,
io mi fermerò in volo.
E potrò raccontare la mia vita passata e ti saprò aspettare.
Anser anser che và
Tu, luce che vai alla foce
Con una corsa veloce,
Bagnami con un riso solo;
Se i monti sono foreste
E le strade nelle tempeste
Io mi fermerò nel volo:
E potrò raccontare
La mia vita passata
E ti saprò aspettare.
Anser anser che va.
(Roberto Roversi )
La versione in studio de "La canzone di Orlando"
La canzone fu ripoposta nell'Album live con De Gregori, "Banana Republic" ; riconoscibile la voce dell'amico cantautore nel ritornello.
Il poema di Orlando ha ispirato anche Mario Bassi che a questa leggendaria figura ha dedicato il lavoro di una suggestiva scultura in vetro di resina ad altezza naturale, visibile sul luogo mitico di Roncisvalle. Una testimonianza di arte e fede essendo l'opera posta sulla via di transito dell'antichissimo pellegrinagio di Santiago di Compostela.
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