martedì 19 agosto 2025
Sul filo dei giorni e della memoria- RACCONTI
Sul filo dei giorni si intrecciano istanti e ricordi, voci e silenzi. Ogni Racconto è un passo su questa corda tesa tra presente e memoria, dove il tempo non scorre in linea retta ma si avolge, ritorna, si perde, si ritrova. Tra ciò che è accaduto, cio che accade e ciòche può ancora accadere.
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UN FERRAGOSTO IN OSTERIA CON UN PITTORE E UN POETA: LORENZO MARIA BOTTARI E GUIDO OLDANI--------------------------------------------------------------------------------------------------------------di Antonio MirediI-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
A Torino a Ferragosto, la città semi deserta, il caldo africano e afoso, l'aria irrespirabile, i pochi amici lontani. Non potendo salire in montagna, né cercare refrigerio altrove, cerco una alternativa più a mia misura.
Un ferragosto in compagnia di un pittore e un poeta. Il luogo, una osteria in aperta campagna, vicino Lodi, per una umana convivialità attorno a un tavolo e del buon cibo. Il pittore è Lorenzo Maria Bottari, con cui da trentacinque anni condivido un sodalizio artistico tra pittura e scrittura con progetti, mostre, eventi. Il poeta è Guido Oldani, conosciuto in occasione della mostra, alla storica Libreria Bocca di Milano dell'artista Bottari, attualmente ancora in corso, con dodici tele sui Mesi dell'Anno, ispirate a delle poesie inedite di Oldani. Mostra che alla sua inaugurazione ho presentato e che ha anticipato la prossima uscita del Calendario d'Arte 2026 di Lorenzo Maria Bottari. Tra una portata e l'altra, nel vociare allegro e nel via vai del personale di questa tipica locanda di campagna dal mangiare genuino e l'atmosfera familiare, Oldani non parla molto con le parole. Sono i suoi occhi a parlare: pieni di luce di una tenerezza che ha saputo conservare tracce di una vispa fanciullezza. La sua poesia, io credo, pur immersa in un realismo che sembra segnare il logoramento e l'entropia del quotidiano, non è priva di una scintilla vitale : l'ironia e il rovesciamento narrativo-surreale agiscono
come un specie di energia che riscatterebbe il caos e lo sguardo disincantato della realtà. Dietro l'apparente “terminale” delle cose c'è sempre una curiosità viva, un cuore che osserva il mondo con stupore e leggerezza.
Un gioco di nuvole così belle da sembrar finte nella tersa luce di un raro cielo azzurrino, il silenzio di pace di una campagna immersa nel verde a due passi dalla metropoli rumorosa e affollata....
Lorenzo Maria Bottari rompe il silenzio con l'irruenza e l'esuberanza tipica della sua accesa tavolozza pittorica.
Alle parole fa seguire il gesto, come una improvvisata action painting:
si fa dare un fazzoletto da ristorante e con poche matite colorate, stende segni rapidi. Il verde nasce stropicciando rametti di prezzemolo fresco, il rosso rubino sgorga dal vino da tavola versato, trasformandosi in chicchi d'uva. Così, con gesti rapidi e pochi tratti realizza un omaggio a Bacco e a Oldani, facendo della convivialità un atto d' Arte.
Io, tra loro due, osservo, ascolto, lascio cadere qualche domanda.
Sono testimone ma anche protagonista a mio modo: con quella discrezione che mi appartiene e che sa aprirsi al racconto di un proprio vissuto in cui poesia e scrittura emergono come pratica e sguardo personale fin dalla mia adolescenza. Nella conversazione intercalo cultura sofisticata e cultura popolare. Non è ostentazione ma un modo per distinguere e far emergere i mondi diversi di ciascuno. Perché la vera ricchezza non nasce dall'uguale ma dall'incontro fra opposti, nel dialogo delle differenze.
A un certo punto, chiedo a Oldani quali sono i suoi poeti del cuore.
E, tra i poeti recenti, arriva il ricordo di Clemente Rebora. Un nome che illumina la tavola con la sua densità spirituale arrivata con la maturità e la vocazione al sacerdozio. Rimango sorpreso poi, quando accennando al mio cognome, fa notare che in Italia non vi sono altri casi di omonimia. Si, è un cognome unico, e velocemente lo ricollego al “romanzo di famiglia”.
Ci si avvia verso l'uscita dal locale con un brindisi allegro esteso alla sala con una preziosa bottiglia che l'artista Bottari ha voluto personalmente portare da casa.
Lorenzo Maria Bottari ha saputo, ancora una volta, catalizzare l'attenzione generale.
Il finale della giornata a pranzo è con una inattesa proposta di Guido Oldani, subito accolta, prima di riaccompagnarlo nella casa di Melegnano.
Rendere omaggio a un eroe del nostro tempo, caduto nel silenzio, morto in una tragedia che in realtà è stato un incidente simulato, Enrico Mattei.
Nella campagna fra Lodi e Pavia, un memoriale semplice e naturale lo ricorda. Un quadrilatero di alberi con all'interno tre querce quasi intrecciate tra loro. E' commovente trovarsi lì, respirare tra foglie viventi, senza la volgarità dei selfie, in un silenzio che custodisce rispetto e memoria. La nostra presenza silenziosa diventa un abbraccio poetico a questo monumento naturale, così diverso dai sacrari retorici dove si glorifica la formula astratta “Dio Patria Famiglia”.
Parlare di Mattei significa ricordare come il nostro Paese, sconfitto nella Seconda Guerra mondiale, sia rimasta una nazione a sovranità limitata. La presenza della mafia e dei
servizi segreti di area occidentale, soprattutto americana, a lungo hanno ostacolato ogni tentativo di autonomia politica ed economica. Per Mattei, il sogno di un'indipendenza italiana fondata sul petrolio diventa fatale. La sua morte si lega, in un filo oscuro, a quella di Pier Paolo Pasolini, che nel suo ultimo e controverso romanzo – non a caso intitolato “Petrolio”- denuncia corruzioni, scandali e stragi che hanno insanguinato il nostro povero Paese.
Così noi tre, in silenzio, sentiamo di condividere qualcosa che va oltre la poesia e la pittura: un atto di memoria viva, un omaggio e insieme un atto di resistenza contro l'oblio. (Antonio Miredi)
Memoriala Enrico Mattei
(Foto a.m.))