lunedì 16 gennaio 2012
La marcia dei Pinguini: il sacrificio come promessa di vita
Tutto è cominciato, come capita sempre nella vita, per caso e per necessità, che poi significa urgenza, vocazione...Il giovane biologo francese Luc Jacquet legge un annuncio su un giornale e risponde. Si tatta di affrontare un viaggio lungo, all'estremità del globo terrestre, nel continente ghiacciato dell'Antartide.
Qui il biologo ha modo di conoscere la vita dei "bizzarri" pinguini imperatori e matura un'avventura scientifica ed artistica che si concretizzerà nel 2005 nell'avventura cinematografica "La marche de l'empereur", pronta a sbancare i botteghini dei cinema di mezzo mondo. Come spiegare lo straordinario sucesso internazionale?
Luc Jacquet realizza un vero cult-movie, nonostante l'Oscar guadagnato sia stato assegnato per la sezione del documentario.
"La marcia dei pinguini", come in Italia il film è stato intitolato con la voce narrante, divertita e partecipe del nostro Fiorello, è più di un documenario; e infatti il biologo-regista ha firmato l'operazione anche come autore della sceneggiatura.
La storia è al contempo drammatica e gioiosa, come lo è del resto il miracolo della vita. Si racconta del viaggio lungo e faticoso verso l'ignoto di un popolo di pinguini per andare alla ricerca del luogo ideale dove vivere il rituale-danza del corteggiamento. Qui nella assoluta fedeltà monogamica averrà l'accoppiamento e quando l'uovo sarà il frutto di questo "rito"della natura, a riscaldarlo e tenerlo in custodia, non saranno le femmine, che partiranno invece per la ricerca del cibo, bensì i maschi.
I maschi pinguini imperatori rimarranno immobili, al gelo, a vivere questo sacrificio condiviso della coppia.
Questo il fulcro di un racconto ben più lungo e articolato e che può anche essere mirabilmente sintetizzato con alcune parole della sua scrittura cinematografica : "Una promesa di vita s'installa nel tepore dei ventri". (Antonio Miredi)
Il regista Luc Jacquet
Il promo originale del film
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