lunedì 30 gennaio 2012
Angelopoulos: artista profeta del cuore antico dell'Europa senza più identità
"Che cosa è Atene?" "La coscienza dell'Europa è nata qui..." è la domanda con risposta che aleggia all'inizio del film-documentario "Atene, ritorno sull'Acropoli", del regista greco Theo Angelopoulos, un ritratto storico-mitico che oggi si rivela in tutta la sua forte cifra profetica.
Una perfetta sintesi del modo di vedere e vivere il Cinema. Fu realizzato nel 1983, per la serie televisiva delle capitali europee della Rai, che lo ha riproposto prima e dopo, come omaggio, l'improvvisa scomparsa dell'artista, sul canale digitale più interessante del momento, Rai Storia, vero esempio di servizio pubblico nel considerare la memoria come coscienza del presente.Nel film, parlare di semplice documentario sarebbe riduttivo, l'Atene in cui Angelopoulos è nato, è già irriconoscibile: caotica, occupata dal traffico, dal consumismo e senza sapere dove sta andando. La crisi economica non è ancora scoppiata ma la voce narrante affidata a Nando Gazzolo si interroga sui debiti, la perdita di valori sicuri, lo smarrimento del "poeta" che sembra impazzito. I ricordi di infanzia si mescolano alla storia drammatica nazionale con la guerra civile, la dittatura militare, l'esilio e il ritorno a una democrazia senza però memoria e coscienza di sè.
Tutto il Cinema di Angelopoulos è uno sguardo realistico ed epico, con i suoi tempi lenti, autentici, didascalico-analogici. Un realismo magico che ascolta e si fa avvolgere dalla poesia e dall'arte figurativa.
Il poeta Seferis e i dipinti di Tsarouchis danno corpo e parola alla trama storica e agli stessi corpi degli attori, come il motociclista militare nudo con le ali di farfalla che corre per le vie affollate di Atene.
Apparirà alla fine, ancora nudo mentre dopo aver deposte le ali sulla moto si allontana come una semplice comparsa. La musica di Manos Hadjidakis canta la sua nenia dolce e amara, come la maggior parte delle canzoni greche che anche qando cantano la gioia hanno sempre le ali della nostalgia...Quelle ali che l'artista porta nelle sue mani, solo ma consapevole testimone, e pronto a salire sull'Acropoli, prima di morire nel Teatro di Dioonisio come un tragico attore che muore sempre sula scena.
L'Acropoli di Atene non è solo il cuore smarrito della Grecia è il cuore antico della stessa Europa che non ha più una sua identità, presa come è oggi a difendere solo la sua immagine economica, divorata dallo "squalo" dell'egoismo finanziario internazionale.
Per chi è attento alla cronaca, infine, una considerazione sulla morte "banale" dovuta a un incidente per strada, come in molti hanno scritto. No, non è stata banale la morte del regista, per quanto assurda è stata "profeticamente" epifanica. A uccidere Angelopoulos durante le riprese del suo ultimo film , è stato un motociclista anche se non era nudo e non aveva ali come nel suo lontano film-documentario.
(Antonio Miredi)
Theo Angelopoulos
Un dipinto di Tsarouchis
L'Acropoli di Atene
Il teatro di Dionisio ad Atene
La Grecia mitica di Yannis Tsarouchis fantasma figurativo anche nel film-documentario "Ritorno sull'Acropoli" di Angelopoulos
Dalida in una vecchia canzone di Manos Hadjidakis
La versione italiana cantata da Milva Il tema musicale ripreso da Fausto Papetti ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Mare largo
ti amo perché mi somigli
Mare profondo
senza mai tranquillità
Come il battito di un cuore
nel piccolo del mio cuore
Sogni folli sull'onda cadono
al cuore poi arrivando
svegliano l’amante giovinezza
i Sogni follii e le brame sbattono ali
come nel cielo aperto uccelli in volo
Eppure ho una tristezza
che mi trafigge di dolcezza
Eppure ho una tristezza
che mi trafigge di dolcezza
e nella calma mi distende:
la mia tristezza
la mia tristezza
verrà a dire fino a te
fratello amato mare
Onde simili agli uccelli in volo
nel viaggio della partenza
portate lontano nascosta
fratello amato mare
Onde simili agli uccelli in volo
nel viaggio della partenza
portate lontano nascosta
la mia tristezza e da lontano
portatemi in cambio la gioia attesa."
Antonio Miredi ( libero adattamento della canzone di Manos Hadjidakis)
Sarebbe molto interessante se tu ne avessi i sottotitoli...
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