domenica 12 novembre 2023
AL CINEMA COME EVENTO SPECIALE SPLENDE "L'ENIGMA ROL"
La figura di Rol aleggia come mistero ed enigma in un film di Anselma Dell'Olio in cui fiction, animazione e il documento di testimonianze dirette si intrecciano in un gioco di ombra e di luce. Una figura poliedrica pronta a dividere i giudizi ma che rimane ancora viva nella memoria, come il successo al botteghino ha dimostrato. Torino, sua città natale, aveva già ricordato e celebrato la magnetica presenza di Rol con un evento all'Eridano.
LA LUCE COME OMBRA DI DIO NELLA FIGURA DI ROL
di Antonio Miredi-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Dopo aver realizzato tre film documentari su tre figure del Cinema in cui il genio della regia ha saputo rappresentarsi, Ferreri, Fellini, Zeffirelli, Anselma Dell'Olio torna dietro la macchina da presa occupandosi questa volta di una figura completamente al di fuori il mondo della celluloide, ma non per questo meno complessa, affascinante, poliedrica: Rol, protagonista al centro della vita sociale e culturale a Torino, in Italia e fuori gli stessi confini nazionali, del Novecento. La figura di Rol del resto era continuamente evocata già in due precedenti docufilm realizzati, Fellini e Zeffirelli, ed è sembrato a questo punto doveroso e quasi un "destino" per la regista imbattersi pienamente sul suo "enigma".
Non era facile, senza voler ripetere certi scontati canoni del classico documentario, trattare un personaggio complesso e pronto a suscitare giudizi contrapposti, a cominciare dal tentativo di dare una definizione stessa della identità di collocazione sociale. Chi è stato, e per certi aspetti chi è ancora oggi Rol? Un sensitivo, un prestigiatore, un mago, un mentalista, un illusionista...? A confondere le carte è stato lo stesso Rol, il quale ha avuto occasione di ribadire di non essere nessuna delle etichette affibbiate ma di possedere semplicemente alcune possibilità.
Non era facile, si diceva, affrontare una figura spiazzante e non facilmente collocabile, Anselma Dell'Olio ci prova con una indovinata e felice formula, amalgamando in maniera armoniosa tre diversi mezzi espressivi, la fiction, l'animazione e la testimonianza documentaristica. Una scelta che permette il dispiegarsi di un senso di magia e di mistero attorno alla sua figura anche nell'articolarsi di ricordi affabulatori, pensieri e considerazioni diversificate e a volte in contrasto.
In questa cornice, la messa in scena teatrale della fiction e dell'animazione si prestano come fulcro centrale di un film a tutti gli effetti, pur avvalendosi del documento oggettivo delle testimonianze, in un contesto di vissuto di umana empatia e creativa narrazione. Il titolo stesso del fim Enigma Rol ci riporta alla matrice di questo discorso. L'enigma, pur possedendo come nucleo profondo una verità da rivelare e stanare, etimologicamente è riconducibile alla forma di un racconto capace di declinarsi in più provvisorie soluzioni. L'enigma è come il gioco speculare di luce e ombra, senza poter far a meno dell'uno o dell'altra.
Un gioco di luminosità e oscurità che segna lo sviluppo di tutto il film a cominciare dalla prima scena di finzione cinematografica (che non a caso ritorna anche alla fine prima dei titoli di testa) in cui il protagonista osserva e cammina solitario lungo una spiaggia sabbiosa, la cui luminosità risulta esaltata dal riflesso dell'azzurro marino.
Detto per inciso, gli occhi di Rol erano di un azzurro così intenso da poter sembrare persino accecante.
Questa umanissima solitaria pensosità appare anche esistenziale paradigma di un uomo che per paradosso ha amato anche vivere e circondarsi di persone famose e importanti facilitato dalle sue doti personali e dal ceto alto borghese torinese della famiglia da cui proveniva. Nel film il senso di vegliarda solitudine il protagonista la rivive in un altro bel momento ripreso della finzione, quando Rol bambino dopo la lettura del libro Le avventure di Pinocchio di Collodi, lo porta a dire di sentirsi bambino vecchio in mezzo ai bambini e vecchio solo fra i vecchi.
Una riflessione che si caratterizza anche nell'animazione dove, simile a Pinocchio, solitario si allontana lasciando una scia di magica poesia.
Non sempre tuttavia la finzione cinematografica riesce a convincere. La scena dell'incontro con Mussolini, nonostante l'accuratezza scenografica con cui viene rievocata, sembra più un momento parodistico, a causa della troppa somiglianza fisica dei due personaggi che distoglie dalla reale drammaticità della situazione. Più felice l'idea, sempre nella finzione, di lasciare senza nessun dialogo e spiegazione, in un'altra scena che si ripete all'inizio e alla fine del film, la figura misteriosa di una fanciulla in un interno con un armadio, degli oggetti, dei vestiti. Una cammeo che ha la grazia di una epifania.
La regista Anselma Dell'Olio non traccia una vera esauriente biografia di Rol rifiutando un lineare didascalismo e uno scavo psicologico del personaggio, preferisce lasciare tracce, scie, rimandi, e in qusta dimensione sospesa e allo stesso tempo avvolgente, lascia alla parola dei racconti delle testimonianze, alla vividezza dei ricordi, alle opinioni degli intervistati il compito di sviluppare una tela narrativa dentro la quale tutte queste voci così diverse tra loro, figure sociali e professionali di artisti, amici di famiglia, scrittori, politici, imprenditori, esperti di scienza, diventano alla fine essi stessi personaggi.
Tra le testimonianze, quella dell'artista Barbara Tutino, la quale avendo abitato nello stesso palazzo torinese di via Silvio Pellico angolo Corso Massimo D'Azeglio, davanti al Valentino, in cui ha vissuto Rol, riesce a fare un quadro assai convincente e vivo, riprendendo una famosa e bella definizione dello stesso Rol, ripresa da Albert Einstein, sul concetto di LUCE come OMBRA DI DIO.
In questo quasi assioma si può riassumere il senso di tutto il film, che non vuole offrire nessuna verità piuttosto ricordarci che la vita non si spiega con la sola ragione e che il mistero e l'ignoto segnano quel confine in grado di stimolare e arricchire la nostra curiosità, la meraviglia, l'empatia umana. E in questo gioco di ombra e luce, possiamo ripensare alla figura di Rol come un "illuminato", riprendendo quello che Franco Zeffirelli ha avuto occasione di dire parlando di Rol in una trasmissione televisiva. Un illuminato che ha saputo stupire riuscendo a scardinare e mettere disordine sul piano della percezione della realtà, rimanendo uomo fra gli uomini, ancora oggi, come luminosa presenza.
(Antonio Miredi)
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Gustavo Adolfo Rol a Torino è nato ed è morto (20 giugno 1903 – 22 settembre 1994) e a San Secondo di Pinerolo, non molto lontano dalla città subalpina riposano le sue spoglie mortali. A Torino e a San Secondo la magnetica figura di Rol spesso viene ricordata e celebrata. Uno di questi ultimi eventi ed occasione per riunire amici, testimoni, persone legate in qualche modo a Rol, è stato quello vissuto il settembre scorso al Circolo Eridano di Torino, a ridosso del fiume Po e proprio dirimpetto a quel Valentino su cui Rol in vita poteva avere occasione di affacciarsi, e organizzato da Loredana Roberti e Susanna Medda Evento in cui in una conferenza sono intervenuti la scrittice oggi più qualificata a parlare di Rol, Paola Giovetti e l'ingegner Antonio Manzalini, sensibile studioso del rapporto fra la Fisica Quantistica e la vita umana. Un evento che ha visto la partecipazione attenta e motivata di tante persone arrivate da fuori Torino. Loredana Roberti è anche la principale anima di un gruppo social dedicato a Rol che permette non solo di mantere viva la memoria ma di creare continue occasioni di incontro, scambio spirituale ed empatico, attorno alla figura straordinaria di Rol